Oltremare – Volare

dfubiniÈ da quando ho fatto l’aliyah, oltre otto anni, che si parla del fatto che l’aereoporto di Sde Dov è destinato ad essere chiuso, per via del valore immenso dei terreni sui quali gli aerei decollano e atterrano. Sde Dov è di fronte al mare, subito a nord del Namal Tel Aviv, l’area del porto ristrutturata e pulsante di negozi e turisti. Una striscia sottile sottile di spiaggia e una strada attaccata alle reti della pista collegano il Namal con Hof Tzuk, stabilimento piccolo e meno affollato delle spiagge di Tel Aviv. Ogni anno viene decisa la data in cui l’aeroporto locale chiuderà, ci si agita tutti molto per il fatto che da quel giorno in poi gli aerei per Eilat partiranno da Ben Gurion; e poi puntuale come il chamsin, arriva la smentita e la proroga dei permessi per altri 12 mesi. Anche per quest’anno, continueremo a sentire gli aerei che sorvolano le case del nord Tel Aviv.
Noi telavivesi siamo abituati a pensare che Sde Dov sia il nord, ed Eilat il sud (cosa geograficamente corretta, ma relativa). In realtà, Sde Dov è nel centro, ed esiste un nord, udite udite, non fatto solo di fabbriche inquinanti a Haifa e kibbutz bucolici più verso l’interno. A Rosh Pinà – vero nord, si potrebbe dire estremo – c’è sempre stato un piccolo aereoporto. E da questa settimana, una compagnia privata ha iniziato a volare due volte la settimana fra Rosh Pinà e Eilat, con stop a Sde Dov per carico e scarico passeggeri. Pratica sconti automatici ai cittadini del nord, e propone pacchetti tutto compreso per il fine settimana negli hotel di Eilat.
Se la cosa prendesse piede, e la compagnia riuscisse ad aggiungere collegamenti con Masada e una linea Haifa-Cipro alle destinazioni, come prevede, potremmo sentirci nei suoi piccoli aerei da trenta passeggeri più o meno come ci si sente in Europa sui tanti low cost che si usano ormai come si userebbe un autobus. L’unico dettaglio mancante è ancora il low cost, ma ci arriveremo.

Daniela Fubini, Tel Aviv twitter @d_fubini

(1 febbraio 2016)