Firenze – I 70 anni del rav Levi
“Riscopriamo la complessità”
“Se abbiamo imparato oggi l’importanza e il valore della complessità dei linguaggi e delle vie dell’umanità, la necessità di dare a noi e ai nostri figli la possibilità di esprimere la loro curiosità scientifica e culturale ma anche l’impulso verso la rivelazione e il contatto, anche lontano coll’infinito, ne usciremo arricchiti”.
Trae questa conclusione rav Joseph Levi, rabbino capo di Firenze, al termine dalla giornata di studio organizzata dai familiari in occasione del suo 70esimo compleanno. Universalismo e particolarismo nel mondo ebraico, il contributo culturale dell’ebraismo italiano, Kabbalah e scienza: questi i temi scelti per celebrare l’anniversario, declinati da importanti studiosi, accademici e rabbini (a coordinarli, nell’ordine, Wlodek Goldkorn, rav Riccardo Di Segni e Alessandro Treves).
Filo conduttore dell’evento il richiamo a una maggiore apertura mentale e culturale, a maggiori equilibri fra universalismi monolitici e particolarismi vissuti con attenzione alle esperienze umane ed espressioni culturali molteplici della ricerca dell’uomo per scoprire – parole di rav Levi – “le strade che portano dal qui ed ora verso la poetica diversità e la multiplicità d’espressione dell’infinito”. Una unicità che è anche tentativo di dare spazio ed esprimere “il divino che vive in noi, nel nostro volto ed esperienza umana”. E una pluralità di strade e itinerari aperti verso il poetico divino “che si esprime in parole poetiche e linguaggi diversi, ma anche al di là e al di sopra del verbale”.
“La vecchiaia può essere una cosa magnifica se si sa sempre come ricominciare da capo, scrive Martin Buber. Riallacciandosi a questo concetto, il rabbino capo ha ringraziato “profondamente” amici, familiari e ospiti per la loro presenza al convegno.
“Per me il più grande piacere e la più grande soddisfazione è vedervi curiosi, attenti e interessati intorno ad argomenti di valori e di storia ebraica, che rendono viva la continuità e la rilevanza della nostra cultura ebraica millenaria. Questo è per me il vero senso della rivelazione. Parola viva – ha detto il rav – che continua a suscitare discussione, ricerca e curiosità”.
Rav Levi ha poi aggiunto: “Spero di poter contare sul vostro aiuto nel realizzare ancora altre future giornate di studio come quella di oggi, ove il particolare ebraico e l’universale dell’umanità si incontrano e si intrecciano, e ancora altri progetti di crescita in programma: la creazione di una scuola per l’educazione al dialogo e la pace, già condivisa e promossa dal Comune di Firenze e possibilmente anche dalla Regione Toscana, e la nascita di una scuola, una yeshiva dedicata allo studio, l’approfondimento e la divulgazione della secolare cultura ebraico-italiana”.
a.s twitter @asmulevichmoked
(Nell’immagine un momento del confronto sul contributo culturale dell’ebraismo italiano con i rabbini Riccardo Di Segni e Alberto Somekh, David Rosenthal e Asher Salah)
(8 febbraio 2016)