… cambiamenti

In questi giorni si dibatte la legge sulle unioni civili e sui media compaiono a ripetizione coppie gay di entrambi i sessi con figli concepiti in altri Paesi. Devo dire che in questo dibattito si alimenta quella sindrome da bunker culturale che sempre si respira in Italia. Così, mentre noi dibattiamo su irreparabili ferite alla morale pubblica, di declini inesorabili della nostra civiltà, di danni alla psicologia delle bambine e dei bambini, in tutto, e dico tutto, il mondo sviluppato vivono bellamente in quello che per noi appare come un tetro futuro. Un film che si ripete di fronte ad ogni possibile cambiamento, dalle questioni sul fine vita, fino alla liberalizzazione della canapa. Mi viene in mente un aneddotto raccontatomi da un amico cresciuto in Italia, poi emigrato negli Stati Uniti e tornato anni dopo a lavorare in Svizzera. Venuta a trovarlo sua madre dall’America, ha voluto andare a fare una gita a Milano, dove, appunto, aveva abitato anni prima. Tornata da lui gli ha detto: “Mimì, hanno ancora Andreotti!”.

Davide Assael, ricercatore

(10 febbraio 2016)