Qui Torino – Israele nel Medio Oriente di oggi
Una voce della diplomazia israeliana per capire in che posizione si trova oggi Israele nello scacchiere mediorientale. A fare il punto Ehud Gol, ambasciatore di Israele in Italia dal 2001 al 2006, protagonista dell’incontro promosso dall’Associazione Italia-Israele di Torino in cui si è parlato dei possibili scenari e delle tendenze future in quello che si può definire il nuovo Medio Oriente. Ehud Gol ha spiegato il suo punto di vista, o meglio, i suoi punti di vista su una realtà in costante cambiamento, e lo ha fatto mettendo insieme la prospettiva interna di cittadino d’Israele con quella esterna di diplomatico. Per diversi anni infatti ha lavorato come ambasciatore in paesi europei a noi molto vicini, come Spagna e Portogallo. Ad introdurre l’incontro Angelo Pezzana.
Cos’è cambiato dal 2006 ad oggi? Questa è la vera domanda a cui l’ex ambasciatore ha cercato di rispondere. Il tema, il richiamo del diplomatico, dovrebbe essere il nuovo Medio Oriente, ma così non è. Non si tratta di un nuovo, ma piuttosto di un ritorno al vecchio. Lo scenario attuale sembra più simile a quello degli anni Cinquanta e Sessanta. “Lo status quo non è a nostro favore”, ha affermato Gol. Se da una parte l’atmosfera sembra ricordare un passato difficile, ciò che è cambiato è il modo di fare la guerra: “Stiamo assistendo a una nuova intifada di individui, ancora più difficile da combattere proprio perché il nostro esercito è preparato a una guerra ‘classica’, che nulla a che vedere con la guerra di terroristi contro civili, di civili contro civili”.
Altro nodo centrale è legato alle questioni diplomatiche: anche in questo caso lo scenario si presenta oggi profondamente mutato, Gol parla addirittura di “terremoto diplomatico” che ha scosso Israele e gli schieramenti geopolitici. Centrale a questo proposito è la questione dell’Iran che rappresenta per Israele, ma non solo, una minaccia esistenziale. Qui entra in gioco il nuovo ruolo assunto dagli Stati Uniti e dalla stessa Europa, perché a guidare le decisioni diplomatiche vi sono interessi economici e avidità. Poi il discorso si sposta sugli esiti nefasti della Primavera Araba, definita da Gol “un’illusoria transizione verso la democrazia”. Basti pensare ai 400mila morti in Siria. Davanti a questi scenari l’Europa chiude gli occhi, e li apre soltanto quando viene intaccata in prima persona, quando migliaia e migliaia di sfollati chiedono asilo, quando il terrorismo colpisce centri nevralgici del mondo occidentale. “Israele – ha sottolineato Gol – fa parte di questo mondo occidentale”. Davanti a questo scenario tutt’altro che rassicurante l’obiettivo di Israele sembra essere quello di puntare al dialogo e alla diplomazia: “L’importante per noi adesso è ampliare drasticamente le relazioni con la Russia, così come con l’Iraq, Giordania, Egitto”. È obbligatorio fare il massimo contro la minaccia comune, l’Iran. Conclude poi parlando della questione palestinese e dei cittadini arabi in Israele e di come sia obbligatorio rinnovare il processo di pace. “Dobbiamo essere non solo giusti, ma anche intelligenti, creando un nuovo ambiente positivo da un lato e continuando a combattere il terrorismo dall’altro”.
Alice Fubini
(10 febbraio 2016)