In ascolto – Gabi Shoshan

Maria Teresa MilanoÈ di questa settimana la notizia della morte di Gabi Shoshan, cantante israeliano di origine marocchina, entrato nel mondo della musica ancora giovanissimo grazie alla collaborazione con Zvika Pik e Shuki Levy. Negli anni ’70 produce il primo album come solista, ma è soprattutto grazie al ruolo nella versione israeliana del musical Hair che inizia la sua carriera, peraltro poco felice. Gabi lavora per un po’ anche come attore e ottiene una parte nel film commedia musicale Kazablan, che viene messo in scena per la prima volta a teatro nel 1954, negli anni si trasforma in musical e poi in film. A detta di alcuni è una interessante combinazione di “Romeo e Giulietta” con la portata musicale di “West Side Story” e oggi è ritenuto un classico della cultura israeliana.
La versione musical, che vede la presenza del grande Yehoram Gaon, nasce nel 1966, viene replicata 620 volte, non si ferma neppure durante la guerra dei Sei Giorni. Le canzoni di Kazablan, che per molti anni hanno costituito la colonna sonora della vita in Israele, sono firmate da nomi importanti, tra cui Haim Hefer, poeta e scrittore di famiglia polacca, strenuo difensore della cultura ashkenazita; Amos Ettinger, autore di moltissime canzoni interpretate negli anni dalle voci note della musica israeliana, come Arik Einstein e il Dudaim Duo; Dov Seltzer, nato in Romania nel 1932 ed emigrato con la famiglia in Eretz Israel a 15 anni, compositore prolifico conosciuto soprattutto per la scrittura di opere sinfoniche, in cui si ravvisano echi del grande e variegato patrimonio di musica popolare ebraica, tanto il ritmo dei freylakh e le melodie yiddish che rimandano all’est Europa quanto lo stile delle canzoni in ladino. Seltzer è più vicino a Ernest Bloch e a Leonard Bernstein che non ai padri delle avanguardie del ‘900.
Seltzer ed Ettinger firmano insieme uno dei brani più conosciuti di Kazablan e con questo salutiamo Gabi Shoshan: il brano è Yesh Makom, un pop melodico in perfetto stile anni ’60, in cui il flauto traverso ricama sugli archi e su un accompagnamento di batteria delicato, quasi in punta di piedi.
Yesh makom, c’è un luogo lontano, oltre il mare, dove la sabbia è bianca. È un posto meraviglioso, avvolto dalle preghiere e dal profumo delle challot. Yesh makom, c’è un posto che non dimenticherò mai e che porterò sempre con me, nel mio cuore.

Consiglio d’ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=PLr6mC94Avc&list=PL188ktgLukZoW8QqptaoFKqzcTgVQDBYs&index=2

Maria Teresa Milano

(11 febbraio 2016)