Universalismo rabbinico
Al di là dei facili usi – e spesso abusi – dei termini “particolarismo” e “universalismo”, la domanda rimane lecita: il messaggio della Torà è universale? Yair Furstenberg nel suo intervento al convegno “Universalismo o particolarismo” in onore di rav Joseph Levi, ha raccontato quanto la Scuola di Rabbi Ishmael fosse realmente impegnata nel sostenere la partecipazione alla Torà anche da parte di chi non è ebreo. Due sono le fonti che lo mostrerebbero. La prima, che spiega perché la Torà è stata data nel deserto: “La Torà è stata data in un luogo libero perchè se la Torà fosse stata data nella Terra d’Israele, gli israeliti avrebbero potuto dire alle nazioni del mondo “Non avete diritto a condividerla”. Ma siccome fu data in una terra disabitata pubblicamente e apertamente, in un posto libero per tutti, chiunque desideri accettarla può venire ed accettarla”. La seconda fonte invece dice: “Puoi dire che ci sono tre corone: la corona del Sacerdozio, la corona della Regalità e la corona della Torà. La corona della Sacerdozio l’ha vinta Aaron e l’ha presa; la corona della Regalità, David l’ha presa e l’ha vinta. La corona della Torà resta al suo posto, affinché coloro che vengono al mondo (vale a dire tutta l’umanità) non deducano che avrebbero potuto vincere le corone del Sacerdozio e della Regalità. Pertanto la corona della Torà sta aspettando tutti quelli che arrivano nel mondo”. In che modo è tutto da studiare.
Ilana Bahbout
(12 febbraio 2016)