Qui Copenhagen – Un anno dopo
“Finn e Dan, eroi della libertà”
“Non cederemo mai, non ci arrenderemo mai. È il messaggio più forte che possiamo diffondere”. Dolore ma allo stesso tempo determinazione nelle parole scelte dal primo ministro danese Lars Lokke Rasmussen nel primo anniversario dagli attentati terroristici a Copenhagen, prima in un centro culturale dove si teneva un incontro sulla libertà di espressione, e poi di fronte a una sinagoga. Dalla deposizione di corone di fiori nei due luoghi a una marcia silenziosa lungo tutto il percorso che li divide, segnato con 1800 candele “a simboleggiare l’amore e la forza”, sono state diverse le iniziative organizzate in città.
Il 14 febbraio di un anno fa a morire sotto il fuoco di un terrorista di origine palestinese furono il regista Finn Norgaard e Dan Uzan, agente di sicurezza che svolgeva il proprio servizio di vigilanza mentre all’interno della sinagoga era in corso una festa di bar mitzvah, la maggiorità religiosa ebraica.
“Siamo in una situazione in cui c’è ancora una seria minaccia terroristica contro la Danimarca, e questo rispetto a un anno fa non è cambiato” ha sottolineato Rasmussen. Ciò che è cambiato, ha però proseguito, è che quella odierna è “anche una situazione in cui abbiamo agito, potenziando i nostri servizi segreti e la nostra polizia”. Parole di incoraggiamento per il popolo danese, che nonostante il pericolo “ha dimostrato di voler insistere a vivere una vita pacifica”.
La Danimarca ha dunque voluto ricordare le sue vittime con un’agenda fitta e densa di commozione, a cui i rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali hanno partecipato in prima persona. Dan Uzan e Finn Norgaard sono infatti diventati importanti simboli di democrazia nel paese. In memoria di Uzan, che è stato nominato “Danese dell’anno” per il 2015 e ha ricevuto dall’ambasciatore francese a Copenhagen una Medaglia al valore postuma, si è giocata una partita di basket, lo sport che la guardia 37enne praticava. A nome del regista invece è stata creata la Finn Norgaard Association, un ente benefico per aiutare giovani immigrati, che ha organizzato un evento per ricordarlo a cui ha preso parte anche il primo ministro Rasmussen. “Lo scopo della nostra associazione è di assicurarci che qualcosa di tanto folle come quello che ci ha portato via Finn non succeda mai più”, le parole del fondatore Jesper Lynghus riportate dalla Agence France Presse.
In occasione dell’anniversario è tornato a parlare di libertà di espressione anche il fumettista danese Lars Vilks, oratore del dibattito nel centro culturale obiettivo dell’attentato, che aveva fatto infuriare gli islamisti per aver disegnato alcune vignette su Maometto nel 2007. La manifestazione ha avuto luogo all’interno del Parlamento danese per ragioni di sicurezza e Vilks ha ritenuto “una vergogna che non si possa stare da nessun’altra parte e che dobbiamo barricarci in una fortezza”. In onore di Norgaard è stato inoltre conferito nel palazzo reale di Christiansborg anche il Finn Norgaard Award, un riconoscimento a un progetto in supporto di bambini e giovani.
A chiudere la giornata, dopo tante parole, è stato infine un momento di raccoglimento silenzioso. Al calare della sera, si è svolta una marcia in memoria delle vittime partita dal centro culturale di Krudttønden, teatro del primo attentato, per arrivare fino alla sinagoga Krystalsgade. A illuminare la strada, 1800 candele e la luce del ricordo del coraggio delle vittime.
Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked
(15 febbraio 2016)