“Vogliamo la verità”
“Vogliamo sapere quello che è accaduto e conoscere i responsabili in tempi brevi”. Così il governo italiano alle autorità egiziane, da cui si attende una risposta sul barbaro assassinio di Giulio Regeni (Repubblica). Si apprende intanto che l’università di Cambridge chiese allo stesso di intensificare le ricerche all’interno del sindacato. Era dicembre. “E Regeni – scrive il Corriere – finì vittima di interessi che andavo oltre i semplici approfondimenti della realtà egiziana. Per questo bisogna adesso scoprire chi ha ricevuto i suoi report, soprattutto l’uso che ne è stato fatto”.
La diga di Mosul, dove presto interverranno ingegneri e tecnici italiani, è a rischio crollo. Ad evidenziarlo è un nuovo studio americano, che delinea scenari altamente drammatici: “Se dovesse crollare, un’onda alta oltre 55 metri sconvolgerebbe il bacino del Tigri. Mosul sarebbe investita meno di quattro ore dopo. Poi sarebbero inondate le città e i centri urbani verso Sud. Bagdad sarebbe raggiunta due giorni dopo. Mezzo milione di persone potrebbero perdere la vita” (Corriere).
“Sono tutti laureati, studiano musica, seguono i mercati finanziari e programmano software. Hanno respirato l’ebraismo sin da bambini, orgogliosi della tradizione italiana, ma vanno a studiare anche in Israele, nelle yeshivot (Istituti religiosi ebraici), dove apprendono l’approfondimento. È la generazione under 40 di giovani rabbini italiani. E ha il compito di dare continuità a duemila anni di tradizione rabbinica”. Una tradizione in cui, spiega il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni a La Stampa,” c’è uno stile di bellezza, passione linguistica e filologica, grande apertura alle scienze”. A parlarne sono anche rav Jacov Di Segni, rav Roberto Di Veroli, rav Ariel Di Porto e Paolo Sciunnach.
Primo giorno di carcere per Ehud Olmert, 70 anni, ex premier israeliano condannato definitivamente a 18 mesi per corruzione nel 2015. “Olmert, che è stato sindaco di Gerusalemme, risiederà con quattro detenuti in un blocco speciale” (Quotidiano Nazionale).
Si chiude il caso con Federico Di Francesco, l’attaccante della Virtus Lanciano immortalato col braccio teso sotto la curva dei propri sostenitori in quello che a molti è sembrato un saluto romano. Il calciatore, per cui si tratterebbe di un equivoco, ha inviato alla redazione una amichevole lettera di scuse in cui sottolinea che non c’è “nulla di più lontano, dalle mie convinzioni e dalla educazione che mi è stata impartita”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(15 febbraio 2016)