Moda e modi – Mizrahi, il genio ribelle
“Non c’è nulla di importante nella vita se non il coraggio. Non c’è nulla di importante nella vita se non guardare in faccia quello di cui hai più paura e affrontarlo. Questo per me è tutto”.
Stilista amato dai premi Oscar ma anche artista multiforme, intervistatore pettegolo, attore nei film di Woody Allen e regista di opere teatrali: è piuttosto complicato riassumere con una qualifica la carriera trentennale di Isaac Mizrahi, al quale il Jewish Museum di New York dedica una grande mostra che verrà inaugurata il prossimo 18 marzo.
Nato nel 1961 da una famiglia ebraica molto religiosa originaria di Aleppo (Siria), Mizrahi ha compiuto i suoi studi presso la yeshiva di Flatbush, dimostrando fin da giovanissimo una spiccata propensione per l’arte e lo stile. A 10 anni ha ricevuto da suo padre la prima macchina da cucire, mentre l’amore per i vestiti di sua madre Sarah lo ispirerà inevitabilmente.
“Mia mamma compra nei grandi magazzini – ha scritto Mizrahi sulle colonne del New York Times – ma è sempre stata molto brava a rielaborare i vestiti facendoli sembrare molto più cari di quanto sono realmente. Capisce per davvero come valorizzare il look attraverso i dettagli, che si tratti di scarpe o cinture. E se valuta qualcosa come un bel capo d’abbigliamento, lo definisce ‘imporrrtant’. Non ‘importante’, ma ‘imporrrtant’”.
La mostra al museo ebraico newyorkese, “Isaac Mizrahi: An Unruly History”, tenta nell’impresa di condensare una storia ‘ribelle’, ‘turbolenta’ e lo fa attraverso centinaia di schizzi – fondamentali nell’opera di Mizrahi che basa tutti sui suoi disegni preparatori – installazioni video e manichini che raccontano le influenze che hanno definito il suo marchio di fabbrica. Nelle sue creazioni non manca una costante riflessione sul proprio ebraismo, riletta in chiave ironica; le sue cinture con la fibbia a forma di stella di David per esempio diventarono iconiche negli anni ’90 . “Se le croci sono disseminate ovunque – commentò a proposito – perché non possiamo far diventare anche le stelle di David onnipresenti?”.
Giunto alla ribalta nel 1987 grazie alla linea lanciata nel department store newyorkese Bergdorf Goodman, Isaac Mizrahi ha conosciuto luci ed ombre, sconfitte e risalite. Si è però sempre contraddistinto il suo intuito visionario: nel 1995 è stato il protagonista del documentario “Unzipped” di Douglas Keeve che raccontava il dietro le quinte della sua sfilata prima ancora che lo facessero gli altri; nel 2002 ha lanciato la sua linea per la catena low cost Target (rivelatasi un successo), anticipando di qualche anno i sodalizi tra stilisti da red carpet e marchi di fast fashion.
Lontano da snobismi da guru della moda, non ha disdegnato incursioni in altri campi: canta musica jazz, ha recitato nei film di Woody Allen “Criminali da strapazzo”, “Hollywood ending” e “Celebrity”, condotto uno show sul canale delle televendite Qvc e scritto persino la sceneggiatura del documentario storico della PBS a tema ebraico: “Kingdom of David: The Saga of the Israelites”.
A precedere la mostra, inoltre, il prossimo 24 febbraio il Jewish Museum dedicherà a Mizrahi una grande festa di Purim al Park Avenue Armory con il patinato DJ set di Louie XIV e una recita sulla storia della regina Ester, affidata all’attrice e cantante Sandra Bernhard, che promette di essere scoppiettante.
Rachel Silvera twitter @rsilveramoked
(Nell’immagine in alto, un ritratto di Mizrahi. In basso lo stilista con l’attrice Natalie Portman)
(17 febbraio 2016)