In ascolto – It’s all right

Maria Teresa MilanoHo ritrovato, quasi per caso, un canzone che avevo temporaneamente dimenticato: “Don’t think twice, it’s all right”, brano del 1962 firmato da Bob Dylan, nato Robert Allen Zimmerman; i nonni paterni erano ebrei di Odessa, quelli materni erano ebrei lituani e tutti e quattro erano giunti negli Stati Uniti agli inizi del ‘900. Dylan lo compose per la fidanzata di allora, rimaneggiando una canzone di Paul Clayton, etnomusicologo e performer, figura centrale nel revival folk degli anni ’60 in America. Il brano, una ballata romantica in stile country che ben si presta all’armonizzazione vocale a parti strette, è stato interpretato negli anni da moltissimi artisti, ciascuno secondo il proprio mood. Tra le cover più famose – Johnny Cash, Elvis Presley, Odetta ed Eric Clapton tanto per citarne alcune – ve ne sono di davvero interessanti, come quella minimal di Josh Turner per chitarra acustica e due voci o quella del famoso trio Peter Paul and Mary, fondato dal manager musicale Albert Grossman, anche lui figlio di ebrei immigrati dalla Russia. Il trio muove i primi passi nel Greenwich Village nel 1961 e il successo è praticamente immediato, grazie anche ai passaggi televisivi e all’incisione dei primi album nel 1963. Nel 1990 i tre musicisti hanno ricevuto il premio Peace Abbey Courage of Conscience per il loro impegno a favore della pace.
È incredibile come questa semplice canzone riesca a intrecciare biografie e storie ebraiche della Vecchia Europa; anche Peter infatti, uno dei tre, proprio come l’autore e il manager, nasce a Manhattan da genitori ebrei originari dell’Ucraina. Peter ha più volte sottolineato quanto sia stata importante la cultura ebraica nella sua visione liberale del mondo e ha sempre spiegato il suo profondo coinvolgimento nelle battaglie per i diritti civili attraverso il concetto di tikkun olam. Quando nel 1983 gli viene chiesto di comporre una canzone per Hanukkah è molto titubante; in fondo i suoi genitori gli hanno trasmesso il senso di appartenenza alla storia ebraica ma non gli hanno mai “insegnato” la ritualità e le regole. Alla fine accetta e nasce così “Light one Candle”, anche questa una semplice canzone, che però per Peter diventa, come lui stesso ha dichiarato, il modo di raccontare il suo essere ebreo.
Consiglio di ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=Xu-DWUngjhk

Maria Teresa Milano

(18 febbraio 2016)