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Nella Parashà di questa settimana, Tetzaveh, il nome di Moshè non compare mai. Il Bà’al Ha-Turìm spiega che ciò dipende dal fatto che Moshè, dimostrandosi pronto al sacrificio per difendere Israel dalla distruzione minacciata a seguito del vitello d’oro, ha detto a Ha-Qadòsh Barùkh Hu “Se Tu distruggi il popolo, cancellami dal Tuo libro”. Da qui i Maestri ricavano che anche se il fine è lodevole, è vietato invocare su se stessi una maledizione. È cosa buona e giusta occuparsi del bene comune, ma non bisogna mai annullarsi completamente per esso.

Elia Richetti, rabbino

(18 febbraio 2016)