Setirot
La Memoria in porto
Da una parte il progetto di un porticciolo turistico, senza dubbio portatore di turismo e di attività commerciali. Dall’altra la Memoria e la volontà di preservarla da parte di Italia Nostra e dei comitati di quartiere di una città, La Spezia, orgogliosa del proprio passato. La vicenda è presto detta, riguarda il Molo Pagliari e il supporto fornito nel 1946 a migliaia di profughi ebrei sopravvissuti alla Shoah che dalla Liguria partirono alla volta della Palestina mandataria per dare vita al sogno di uno Stato ebraico. Una solidarietà di massa che valse a La Spezia la medaglia d’oro al valore civile e la possibilità di organizzare il premio annuale Exodus.
Per questo Italia Nostra, dopo approfondite indagini sulla corrispondenza tra l’attuale molo Pagliari e il luogo in cui per più di due mesi si accamparono i sopravvissuti in attesa di imbarcarsi, ha chiesto di sottoporre la calata a vincolo. Vincolo per altro arrivato nel 2012. Peccato che – come spiegano a Italia Nostra – pochi mesi prima “la potentissima Autorità portuale avesse ottenuto l’autorizzazione ad avviare lavori che ne cambierebbero radicalmente faccia. Vale a dire un porticciolo turistico con pontili galleggianti che saturerebbero lo specchio d’acqua di fronte al molo e la costruzione di variopinte cabine in vetroresina sulla superficie del molo, che in tal modo verrebbe riempito”. Secondo i cittadini organizzati in comitato, invece, il molo riqualificato dovrebbe diventare una piazza aperta sul mare e rimanere uno spazio inviolato in cui conservare, anche con elementi museali, il ricordo della Storia.
A proposito di come “rivitalizzare” il Giorno della Memoria… di battaglie piccole e grandi da sostenere ce ne sarebbero parecchie.
Stefano Jesurum, giornalista
(18 febbraio 2016)