Umberto Eco, perché ricordare
“La memoria è la nostra anima”

umberto eco memoria “Noi, nella misura in cui possiamo dire io, siamo la memoria. La memoria è l’anima”. Fin dalle prime parole che Umberto Eco pronunciava nella videointervista intitolata “Umberto Eco: Sulla memoria”, realizzata da Davide Ferrario, è chiaro il ruolo indispensabile che ricordare ha per l’uomo. Per questo la videoinstallazione sarà allestita il 22 marzo al Festival della Memoria organizzato dal Museo Archeologico Virtuale di Ercolano, il cui scopo è proprio mettere in luce questa centralità. Attraverso le varie iniziative della manifestazione, ricca di dialoghi, interviste, interventi, eventi speciali, “il tema verrà analizzato da molti punti di vista diversi, da quello dell’archeologia fino quello della tecnologia e dell’innovazione, per dimostrare che il concetto riguarda il passato ma anche il futuro”, ha spiegato a Pagine Ebraiche il direttore del Mav Ciro Cacciola.
In un’intervista divisa in tre parti, intervallata da immagini evocative e girata negli ambienti suggestivi della casa milanese del professore, Eco sviscera il tema della memoria, presentandone le molteplici definizioni e proponendo una riflessione filosofica che ne mette in evidenza il valore all’interno della società. Il progetto era stata realizzato e presentato in occasione della Biennale d’Arte di Venezia nel 2015 dal regista Davide Ferrario, che insieme a Mario Serenellini, curatore dell’iniziativa, in occasione dell’inaugurazione dell’installazione al Mav, ricorderà Eco e l’esperienza di lavoro con il grande maestro scomparso e i suoi viaggi all’insegna della conoscenza all’interno della sua biblioteca sterminata. Portare l’installazione al Mav, ha spiegato Cacciola, è un’iniziativa che è stata possibile grazie alla collaborazione con il curatore del Padiglione italiano della Biennale Vincenzo Trione, e a Eco sarà dedicata un’intera giornata di riflessione.
Oltre alla memoria personale, sottolinea lo scrittore, esiste anche una memoria collettiva, e quest’ultima corrisponde all’identità. “Non possiamo essere europei se non siamo capaci di ricostruire continuamente quello che è stata l’identità europea”, affermava nel video. Un messaggio con cui è particolarmente in sintonia anche Cacciola, il quale ha sottolineato che come ogni anno il festival si è aperto con alcune iniziative in occasione del Giorno della Memoria, sia per le scuole sia all’interno del museo. Una scelta ben precisa che nasce dalla convinzione che “il modo giusto per coltivare la memoria oggi sia la conoscenza della Storia e la trasmissione alle nuove generazioni di ciò da cui proveniamo”. In questo senso, ha aggiunto il direttore del Mav, “l’identità europea si fonda su un evento così catastrofico come lo è stato la Shoah, che ha formato il pensiero europeo basato sulla pace e sulla convivenza. Un pensiero che la tecnologia può aiutare a diffondere – le sue parole – ma solo se è presente questa consapevolezza”.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

(22 febbraio 2016)