santuario…

“Moshè prese la tenda e la piantò fuori dall’accampamento…” (Shemòt 33, 7). È interessante notare che Moshè sposta la Tenda del Convegno fuori dall’accampamento dopo che i figli d’Israele hanno peccato d’idolatria verso Dio.
Nella Parashà di Terumà è scritto: “Mi faranno un Santuario ed Io risiederò in loro” (Shemòt 25, 8): da questo c’insegnano i Maestri che ogni ebreo che si santifica seguendo la Torah ed adempiendo alle mitzvot diviene un piccolo Santuario dove può risiedere la Shechinà. Se però costui pecca e trasgredisce la volontà di Hashèm, come è avvenuto nel deserto in occasione del èghèl ha zahàv – vitello d’oro, allora la Shechinà si dilegua e viene portata fuori dell’accampamento. Dopo il peccato l’ebreo dovrà uscire dall’accampamento, percorrere un tragitto (di duemila ammòt) per re-incontrare Dio.

David Sciunnach, rabbino

(24 febbraio 2016)