In ascolto – Cats

Maria Teresa MilanoC’è grande attesa per il “debutto” di Cats al Teatro Regio di Torino, dal 25 al 28 febbraio, per cui già da tempo è registrato il tutto esaurito. Cats, uno dei musical più conosciuti al mondo, tradotto in 15 lingue, replicato in una trentina di produzioni differenti e visto negli anni da circa 73 milioni di spettatori, arriva a Torino in una versione rivisitata nel 2014 dal team creativo della prima mondiale: Trevor Nunn (regista), Gillian Lynne (coreografie), John Napier (scene e costumi) e naturalmente Andrew Lloyd Webber, autore delle musiche.
Andrew Lloyd Webber è una leggenda vivente, è il bambino prodigio (si dice abbia iniziato a comporre a nove anni) autore di opere che hanno fatto la storia del musical, come Jesus Christ Superstar, Evita, Il fantasma dell’Opera e, appunto, Cats, che inizia a scrivere nel 1978 basandosi sul testo di Thomas Stearns Eliot “Old Possum’s Book of Practical Cats” (1939) un libro che raccoglie le filastrocche composte dall’autore per i propri nipotini.
Su Cats, portato in scena per la prima volta nel 1981 al New London Theatre di Londra, una buona parte degli addetti ai lavori all’epoca non aveva scommesso una sterlina mentre oggi è uno dei simboli più potenti del musical, quel genere di spettacolo che nell’immaginario collettivo è legato soprattutto ai teatri di Broadway e che ha un legame molto forte con il mondo ebraico, come racconta il documentario “Broadway Musicals. A Jewish Legacy” (2013). L’obiettivo dell’autore e regista Michael Kantor è mettere in luce il ruolo fondamentale rivestito dai compositori e autori ebrei nella creazione e sviluppo del musical di Broadway: Irving Berlin, Jerome Kern, George e Ira Gershwin, Leonard Bernstein e Stephen Sondheim, tanto per citarne solo alcuni.
Ma il documentario non si limita a raccontare biografie, per quanto interessanti, o a individuare i richiami più o meno espliciti alla cultura ebraica nelle produzioni di Broadway: sonorità klezmer, accenni a melodie tradizionali ebraiche, elementi tipici del teatro in yiddish. Fa qualcosa di molto più importante, ovvero ci racconta che il contributo ebraico al musical non è limitato alla creazione di spettacoli come Il violinista sul tetto, Cabaret o The Producers. I figli dell’immigrazione ebraica dall’Est Europa in realtà compongono storie e canzoni legate al contesto dell’America in cui vivono, ma è la loro storia, la loro identità a spingerli a rompere gli schemi, portando sul palcoscenico, in quel genere di spettacolo idealmente popolare, soggetti come il genocidio, il razzismo, le divisioni sociali e la lotta all’intolleranza.
Consiglio d’ascolto: https://www.youtube.com/watch?v=78Ruh0ewBVo

Maria Teresa Milano

(25 febbraio 2016)