Trieste – Un approccio etico
Il male è in ognuno di noi e soltanto il consapevole rifiuto di esso, realizzato attraverso un’azione conseguente, può darci la possibilità di ridurne la presenza nel mondo, nell’infinitamente minimo apporto che il singolo individuo comune può dare. La crescita morale di persone capaci di operare questo tipo di scelte, in grado di evitare spontaneamente di volgere lo sguardo altrove trovandosi testimone della violenza dell’uomo sull’uomo non avviene spontaneamente. È necessario coltivare giorno per giorno la capacità di vedere al di là delle apparenze, delle etichette e degli stereotipi, il coraggio di stare con gli altri senza appartenere alla massa, la libertà di giudizio di fronte ad una maggioranza indifferente al rispetto della dignità dell’altro. I modi per favorire un approccio etico alla vita quotidiana, nella quale il senso di responsabilità possa crescere serenamente sono infiniti, legati agli eventi, ai luoghi e alle culture in cui si è immersi; non importa quale percorso si scelga per raggiungere una stessa meta. Uno di essi può essere quello in cui storia, arte e letteratura si incontrino e alcuni eventi proposti dal Comune di Trieste, in occasione della Giornata della Memoria di quest’anno, possono fungere da esempio. Tra le tante conferenze, il 27 gennaio è stato presentato al Museo Revoltella il libro “Maddalena ha gli occhi viola” di Rosanna Turcinovich Giuricin (Comunicarte Edizioni, 2015), in cui l’autrice racconta la vicenda di Maddalena Miriam Grünglas, nata nel 1927 a Dunaiska Streda (ora nella zona sud-occidentale della Slovacchia) e trasferitasi a Gorizia con la famiglia nello stesso anno per poi risiedere a Trieste, dove il padre svolgeva l’incarico di cantore presso la Sinagoga Grande fino al 1940, quando l’atto di espulsione dall’Italia per gli ebrei stranieri divenne esecutivo, costringendola, assieme ai genitori e ai fratelli di tornare a Tyachiv, luogo di origine della famiglia, divenuto nel frattempo territorio ungherese. Da lì la deportazione ad Auschwitz-Birkenau, la liberazione (unica sopravvissuta della sua numerosa famiglia) ed il successivo viaggio in Canada, accolta da una famiglia e dalla comunità ebraica di Toronto. Sposata e con figli, da anni svolge il difficile compito del testimone nelle scuole e di consulente negli ospedali per aiutare i medici a comprendere lo stato di malessere profondo che colpisce i sopravvissuti alla Shoah, ricoverati per curare patologie legate all’età avanzata, ma che in quella situazione vivono “la paura inconsapevole che tutto possa ripetersi”. L’autrice ha conosciuto Maddalena-Miriam nel 2000, giunta America in occasione di un raduno mondiale di esuli giuliano-dalmati alle cascate del Niagara: due esperienze storiche completamente diverse hanno fatto incontrare due donne vissute negli stessi luoghi in periodi distinti, permettendo loro di conoscersi e di dar voce ad una vicenda che a Trieste, in Italia, dove era iniziata, nessuno ricordava più, attraverso una narrazione “corale” che non vuole essere trattazione storica.
Un’ulteriore occasione è stata l’inaugurazione, avvenuta il 31 gennaio, del nuovo allestimento della sala museo della Risiera di San Sabba – Monumento Nazionale, unico campo di concentramento e sterminio in Italia, oltre ad essere stato luogo di transito per tantissime persone verso altri campi. Qui, grazie ad un progetto di conservazione e trasmissione della memoria inteso in senso moderno, i documenti sono affiancati a materiale multimediale che accoglie i visitatori con un meraviglioso plastico, realizzato dai professori e dagli allievi dell’Istituto Tecnico Statale G.Deledda – M.Fabiani, sostenuti dall’Istituto Regionale per la Storia del Movimento di Liberazione nel Friuli Venezia Giulia, con l’attenta guida del Prof. Roberto Spazzali. La storia, l’arte, la letteratura possono svolgere, ognuno nel proprio ambito, un ruolo molto importante perché la memoria di ciò che è stato possa insegnare, soprattutto ai giovani ma non soltanto a loro, quali siano le scelte da fare in momenti storici tragici e ingiusti. Quando però gli uomini che praticano queste discipline hanno occasione di incontrarsi e di costruire qualcosa assieme collocando i racconti nel tempo della storia, in un contesto che tenga conto anche della realtà estetica, la realizzazione della loro opera avrà un valore etico di molto superiore e potrà essere occasione di riflessione profonda e di azione ad essa coerente molto più forte e convinta.
Paola Pini
(Foto di Federico Valente)