Qui Bologna – “La risposta all’offesa è nella solidarietà della città”
“Un brutto gesto, che offende l’intera cittadinanza ma non ha un riferimento specifico al Memoriale della Shoah e possiamo escludere che si tratti di un episodio di antisemitismo”. Così il presidente della Comunità ebraica di Bologna Daniele De Paz spiega la vicenda che ha fatto indignare tutta la città: le scritte comparse negli scorsi giorni che hanno imbrattato il muro nella piazza dove sorge il nuovo Memoriale della Shoah bolognese, inaugurato lo scorso 27 gennaio. “Si tratta di episodi che si sono ripetuti in tutta la città e collegati ad ambienti anarchici. Purtroppo, imbrattando la piazza del Memoriale, hanno trovato il luogo perfetto per raggiungere il loro obiettivo: avere un cassa di risonanza e finire sui giornali. Comunque le istituzioni cittadine si sono comportante come sempre in modo impeccabile e in poche ore le scritte sono sparite”. Presto in ogni caso, spiega De Paz, nella zona saranno installate delle telecamere di sicurezza in modo da dissuadere eventuali malintenzionati da simili bravate.
Oltre alla sicurezza, la vera priorità è quella educativa e di far integrare l’installazione che sorge nei pressi della stazione centrale nel tessuto cittadino. L’attenzione delle istituzioni in questa direzione, sottolinea il presidente della Comunità bolognese, sono testimoniate dall’intenzione “di far entrare il Memoriale all’interno del circuito culturale della città e dei diversi programmi dedicati alle scuole. E questo è anche il nostro obiettivo primario”.
In questi giorni si è riunito il comitato che dovrà decidere il nome della piazza dove sorge il monumento dedicato alla Memoria. “Sono diversi i nomi circolati in questi giorni. Noi della Comunità avevamo suggerito Piazza Giusti delle Nazioni, a testimoniare il messaggio universale che il luogo vuole avere”.
Daniel Reichel
(28 febbraio 2016)