Federico Falk (1919-2016)
Scompare a 97 anni Federico Falk, uno degli ultimi testimoni della Fiume ebraica devastata dalle persecuzioni nazifasciste e dalla Shoah. Nato nel 1919 da genitori di origine ungherese, studi scientifici, le Leggi Razziste del ’38 che gli precluderanno gli studi universitari fino al dopoguerra, Falk è stato tra i più attivi custodi di quel mondo e dei suoi protagonisti.
Volti, biografie, i legami di una comunità scomparsa che hanno trovato collocazione in quello che è oggi un vero e proprio atlante del Quarnero e delle sue ferite: Le comunità israelitiche di Fiume e Abbazia tra le due guerre mondiali, pubblicato a Roma nel 2012. Il frutto di un lavoro di ricerca protrattosi per oltre 15 anni, dal pensionamento in poi, che ha portato l’autore sulle dolorose tracce della memoria fiumana tra Italia, Europa, Americhe, Israele e Australia.
Raccontava a proposito del suo impegno: “Il mio obiettivo è quello di lasciare ai posteri una traccia”.
Commovente il ricordo del padre, medico, allontanato dalla professione nel ’38, che Falk aveva pronunciato nel municipio di Fiume in occasione dell’apertura di una importante mostra sugli ebrei della regione curata dalla storica Sanja Simper nel 2013. Sempre in quelle ore, Falk si era unito a quanti assistevano con emozione, incluse le massime autorità cittadine, alla posa delle prime pietre d’inciampo in ricordo di Eugenio e Giannetta Lipschitz.
Sia il suo ricordo di benedizione
a.s twitter @asmulevichmoked
(Nell’immagine Federico Falk in una foto d’epoca)