Valori capovolti

I commenti alla notizia della passeggera di un un volo aereo israeliano che sarebbe stata costretta a spostarsi per la richiesta di un ebreo ultraortodosso di non sedere accanto a una donna mi paiono intellettualmente disonesti; dimostrano ignoranza di cose ebraiche e fanno trasparire una preoccupante intolleranza, tipica di un certo mondo laico di sinistra. Innanzitutto alla signora ultraottantenne non è stato imposto, ma le è stato chiesto gentilmente di cambiare posto. Ed era liberissima di non farlo. Inoltre, secondo questi commenti, la signora ultraottantenne ne capirebbe di Halakhah essendo stata moglie di due rabbini. Che equivale a dire che la moglie di Einstein, in quanto tale, potrebbe fare conferenze sulla teoria della relatività. Contrariamente a quanto si voglia far credere, la norma che proibisce contatti fisici con il sesso opposto è codificata dalla legge ebraica e non ha nessuna connotazione sessista, dato che si applica in ugual misura sia all’uomo che alla donna. In altre parole l’uomo non può stringere la mano alla donna e la donna non la può stringere all’uomo. Quale sarebbe l’umiliazione sessista subita dalla signora ultraottantenne?
Il rispetto della propria religione è un valore almeno quanto quello di marito e moglie a cui sono stati assegnati posti lontani e che vogliono viaggiare uno a fianco all’altro. E in entrambi i casi la richiesta di cambiamento di posto sarebbe legittima e non dovrebbe urtare la sensibilità di persone intellettualmente oneste e informate dei fatti. Chiaramente, quello che dà fastidio a questi commentatori è che il signore ultraortodosso non sia rimasto nei libri di Singer, ma sia ancora vivo e vegeto nel 2016.
Al punto che chi si erge a paladino dei diritti, non vorrebbe sedersi vicino ad un ebreo ultraortodosso solo per il fatto che questi rispetta la propria religione. Se questa non è intolleranza…

Michael Wagner Cogoi

(1 marzo 2016)