Giorgio Bassani (1916-2016) Si prepara il grande omaggio
Il centenario dalla nascita di una delle massime voci della letteratura italiana del Novecento e di uno dei maggiori rappresentanti dell’ebraismo italiano nell’universo della cultura, uno degli ebrei italiani più noti e più apprezzati al mondo, corre il rischio di passare sotto un colpevole silenzio. O almeno così potrebbe sembrare, a giudicare dall’atmosfera di timida ritrosia e di distratta avarizia di parole e di iniziative che troviamo in questa data del 4 marzo 2016.
Ma le cose non stanno esattamente così, perché l’Italia della cultura arriva talvolta in ritardo e a fatica al traguardo, ma in qualche modo ci arriva e ci arriva bene.
Una Commissione nominata dal ministro della Cultura Dario Franceschini è già al lavoro per definire un calendario di iniziative. Del suo lavoro si sa ancora poco, ma si sa abbastanza per poter dire che qualcosa di valore vedrà la luce. Il gruppo, la cui conduzione è affidata alla sicura esperienza di Giulio Ferroni, un decano degli italianisti italiani, si è già riunita e ha già approntato un primo calendario di interventi. Secondo le prime notizie in circolazione i componenti della Commissione sono una ventina e la rosa è stata formata nell’intento di dare voce agli studiosi di Bassani e a tutte le realtà che potrebbero offrire un contributo importante, dalla figlia dello scrittore, agli Istituti di cultura italiana nel mondo, alla Rai, al mondo dell’Università e della ricerca, da Italia Nostra al Corriere della Sera, le tribune da cui il Bassani cittadino ha impartito all’Italia intera non solo grande letteratura, ma anche una lezione di Storia e di umana civiltà. Un gruppo esecutivo ristretto è stato selezionato all’interno della Commissione. Le voci in circolazione riferiscono anche di screzi e disaccordi emersi già all’inizio di questo difficile lavoro. Conferme non ce ne sono, ma la complessità della figura di Bassani e i molteplici aspetti e problemi che queste celebrazioni possono toccare spingono a dare credito a Ferroni di agire in una situazione molto delicata e con l’esigenza di recuperare il tempo perduto.
Solo per citare alcune della cose che bollono in pentola, una mostra didattica di alto livello girerà per il mondo nei prossimi mesi e costituirà la testimonianza di come noi italiani siamo grati a Bassani per aver favorito con i suoi libri, soprattutto con Il giardino dei Finzi Contini, la conoscenza della storia e della cultura italiana, la nostra travagliata identità nazionale e la specifica identità degli ebrei italiani. E un’edizione della mostra in specifico sarà curata dall’attenta politica culturale dell’ambasciata italiana in Israele affidata da poche settimane alla letterata Elena Loewenthal.
Un convegno organizzato per l’inizio del prossimo novembre si svolgerà a cavallo fra Roma e Ferrara.
I poderosi archivi della Rai stanno già lavorando al riordino dell’immenso giacimento di filmati riferiti al grande scrittore. La Fondazione Corriere della Sera sta allestendo una storica edizione degli scritti giornalistici di Bassani.
E il ruolo di Ferrara tornerà alla ribalta ancora in altre iniziative a testimonianza del ruolo insostituibile e del legame indissolubile fra Giorgio Bassani e la sua città. Un legame prezioso che ha portato nel nome degli ebrei ferraresi il nome della città emiliana nel mondo e forse uno dei migliori segnali proprio si lavora intensamente alla nascita del polo culturale ebraico del Museo dell’ebraismo italiano che a Ferrara presto vedrà la luce.
Il ministro Franceschini, che come è noto a sua volta a Ferrara e a Bassani è profondamente legato, segue sicuramente da vicino il lavoro della Commissione e la formazione dei programmi.
Altrettanto faranno bene a fare nei prossimi mesi tutte le istituzioni dell’ebraismo italiano.
In un’Italia che rischia di inciampare in tante sbadataggini rivolgere un attento omaggio a Giorgio Bassani non è solo una questione di giustizia e non è solo una questione di cultura. E’ un problema di investimenti, di turismo, di rilancio delle nostre città, di intelligente raccolta e utilizzo delle risorse. E proprio la vicenda di Giorgio Bassani ci aiuta a ricordare che se non può esserci futuro nel nostro paese senza cultura, ben difficilmente potremo ricomporre un’immagine nitida e vera dell’Italia lasciando nell’ombra Giorgio Bassani. Raccogliere questa sfida è anche e soprattutto l’occasione di dimostrare una visione strategica riguardo chi siamo stati, di chi siamo, e di chi vogliamo essere. In quanto ebrei e in quanto italiani. In quanto persone di fede e di ideali e in quanto onesti cittadini.
Solo in questo modo l’omaggio a uno scrittore indimenticabile potrà assumere anche il significato di recupero e di rinascita. Di garanzia per il futuro della più antica realtà ebraica della Diaspora e dell’intera società italiana, in cui costituisce, nei millenni, un insostituibile elemento originario.
gv
(4 marzo 2016)