…disonore

La notizia è scivolata via senza rumore, fino a che qualcuno non se n’è accorto e l’ha denunciata, ma anche qui senza ricevere il clamore mediatico che meritava. Un signore di 94 anni, Wilhelm Kusterer, ha ricevuto una medaglia d’onore dal sindaco della cittadina tedesca dove vive per essere “un cittadino che ha reso grandi servigi al suo comune di origine”, Engelbrand. Il signore in questione, però, è stato condannato in Italia in via definitiva nel 2008 e nel 2009 a due ergastoli per aver partecipato attivamente a due stragi naziste, la prima a San Terenzo Monti, la seconda a Marzabotto. In tutto, più di mille civili assassinati, molti dei quali bambini. Il più piccolo aveva due settimane. Come nel caso di molti altri criminali nazisti, l’Italia non ne ha ottenuto l’estradizione. Si può anche pensare che la condanna è arrivata in ritardo, che ormai è troppo vecchio per scontarla in un carcere. Ma da qui a premiarlo con una medaglia ne corre.
Sono consapevole che la Germania ha compiuto un processo di revisione del suo passato che non ha uguali in Europa. E che questa presa di coscienza esemplare della società civile tedesca, della sua cultura, del suo mondo politico ha contribuito a rendere la Germania il pilastro stesso dell’Unione europea. Siamo anche consapevoli che difficilmente possono parlare i francesi, che hanno assunto con tanta difficoltà il peso del loro passato collaborazionista di Vichy o noi italiani, tutti convinti di essere stati solo delle vittime e mai degli attivi collaboratori. Noi che non siamo ancora riusciti a risolvere la questione del monumento ad Affile eretto al maresciallo Graziani, non solo reo di crimini di guerra in Africa ma anche di crimini analoghi in Italia, non riconosciuti forse dai tribunali ma certamente riconosciuti dalla storia. Porta la sua firma, ad esempio, l’ordine di disarmo dei carabinieri romani poi deportati come badogliani nell’ottobre 1943. Ma proprio perché riconosciamo il ruolo della Germania nel processo di consapevolezza del passato e di costruzione della memoria, possiamo esigere e chiedere che quella medaglia a Kusterer venga subito ritirata e che il boia di Marzabotto viva i suoi ultimi anni forse libero ma circondato dal disprezzo che merita, paghi almeno col disonore il privilegio di morire nel suo letto.

Anna Foa, storica

(7 marzo 2016)