Oltremare – Insulti

danielafubini2La ministra della Cultura israeliana, tale Miri Regev, del Likud, ha aperto ieri il suo intervento nella Conferenza sulla cultura israeliana a Tel Aviv con un insulto. Anche gli oratori più incalliti, che sanno perfettamente quanto una parola forte, perfino una parolaccia, se ben posizionata può svegliare un auditorium intero di narcolettici, hanno storto il naso. E non per la portata della parola usata e reiterata con impeto, e nemmeno perché l’israelianissima Regev ha scelto di dirla in inglese in un consesso di israeliani al 100%. Più che altro per la sorpresa di sentire la ministra, avvezza ad uscite un po’ colorite, va detto, insultare l’auditorium intero proprio a partire dall’incipit. Quando cioè tutti erano ancora abbastanza svegli, si può supporre.
Ora, che le coloriture dialettiche siano all’ordine del giorno in Israele è parte del nostro essere in Medio Oriente. Nulla da eccepire. Le parolacce qui fanno parte della vita estrema che tutti facciamo, equalmente complicata da terrore e chamsin. Si potrebbe invero eccepire sul fatto che una persona che rappresenta il governo usi un linguaggio da scaricatori di porto in un intervento ripreso in televisione – o anche in privato, che ormai nulla resta impunito, basta un solo cellulare ben posizionato e si è esposti on-line in pochi secondi. Si potrebbe anche dire che il suo stesso comportamento, aggressivo e francamente volgare, invalida molte delle sue critiche alla torre d’avorio della cultura israeliana, a suo dire profondamente ashkenatizzata e incapace di recepire l’offerta culturale non-ashkenazita. Perché ammettiamolo, non è che abbia torto marcio, la Regev. La questione del predominio europeo sulla cultura “alta” in Israele è ancora ampiamente irrisolta. Peccato allora, che chi sarebbe nei fatti nella posizione di rimettere le cose in discussione e produrre un cambiamento probabilmente benefico nella gestione della cultura del paese, continui a darsi solidissime zappate sui piedi.

Daniela Fubini, Tel Aviv Twitter @d_fubini

(7 marzo 2016)