Shabbat…

Nella Parashah di Va-jakhel ci viene raccontato che quando i nostri padri nel deserto erano occupati con entusiasmo nell’edificazione del Santuario e cercando disperatamente di recuperare il tempo perduto per il conseguimento di questo grande progetto, Moshè ritiene necessario ricordare agli ebrei l’osservanza dello Shabbat, prima ancora di parlare loro della costruzione del Santuario. È noto che le attività proibite durante lo Shabbat sono quelle stesse che sono state necessarie per la costruzione del Santuario. La sospensione di ogni attività durante lo Shabbat serve ad insegnarci, che nell’etica ebraica il fine non giustifica i mezzi, mai, e che persino nell’edificazione del Santuario, la Comunità non deve perdere il senso della propria direzione lasciandosi sopraffare dall’impeto di costruire. Lo Shabbat è la pausa momentanea per ascoltare la nostra voce interiore, un’interruzione, per chiederci chi siamo e dove stiamo andando, nel timore che l’agitazione non ci faccia dimenticare i valori che giustificano l’esistenza stessa di una Comunità ebraica.  

Roberto Della Rocca, rabbino

(8 marzo 2016)