Venezia, i 500 anni del Ghetto
“Una lezione di amore per la vita”
“Voglio rispondere a una domanda prima ancora che qualcuno la faccia: gli ebrei non hanno alcuna nostalgia del ghetto”.
Sgombra il campo da ogni equivoco Renzo Gattegna, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, nel dare avvio alla conferenza stampa di presentazione delle iniziative per il Cinquecentenario del Ghetto di Venezia svoltasi questa mattina nella sede romana dell’Associazione della Stampa Estera.
Nella casa dei giornalisti stranieri, accolti dal loro presidente Tobias Piller, prendono forma i diversi appuntamenti e le diverse sfide di un calendario di eventi che abbraccerà l’intero anno solare.
L’atteso concerto inaugurale al Teatro La Fenice (29 marzo). La mostra “Venezia, gli Ebrei e l’Europa. 1516- 2016” ospitata a Palazzo Ducale. La settimana dedicata al Mercante di Venezia in Ghetto Nuovo. E ancora convegni, seminari, giornate di studio.
“Gli ebrei veneziani hanno subito molte vessazioni, ma non ne sono usciti né umiliati né sconfitti. La loro storia, la loro vitalità, la loro forza sono un esempio altissimo di amore per la vita. Più forte di qualsiasi ostacolo” sottolinea il presidente dell’Unione.
Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente della Comunità ebraica veneziana Paolo Gnignati, che ricorda come la memoria del passato, delle sofferenze subite, ma anche degli straordinari slanci culturali e ideali che non mancarono, delle pagine di storia che furono scritte in quel contesto così difficile, debbano costituire un punto di riferimento imprescindibile. Anche perché, avverte, l’intenzione della Comunità è di lavorare ogni giorno “anche per il futuro”. E di costituire un “esempio di integrazione” anche per nuove e vecchie minoranze.
Donatella Calabi, curatrice della mostra “Venezia, gli Ebrei, l’Europa”, ricorda la “pluralità di nazioni e religioni” di quel contesto storico. E spiega come l’esposizione non si fermerà all’epoca del ghetto ma approfondirà anche cosa accadde dopo l’apertura delle sue porte. “Sarà una mostra multimediale, pronta a viaggiare anche lontano da Venezia se vi sarà la possibilità” dice Calabi. Conferma questo impegno Mariacristina Gribaudi, presidente della Fondazione Musei Civici, che si augura che la stessa possa parlare “ai giovani, a tutti i giovani del mondo”.
Una proiezione internazionale che si basa anche sul fondamentale sostegno (finanziario e non solo) della fondazione Venetian Heritage, partner strategico della Comunità ebraica da oltre tre anni. A fare il punto sulle progettualità avviate è Toto Bergamo Rossi.
“Questo Cinquecentenario deve parlare al nostro presente, costituire uno spunto di riflessione. Perché le nuove manifestazioni di antisemitismo e di negazionismo cui assistiamo ancora oggi sono un fatto inaccettabile” dice il governatore regionale Luca Zaia.
Concorda il sindaco Luigi Brugnaro, che loda la grande capacità di integrazione degli ebrei veneziani e il loro ruolo sociale. “Questa Comunità ha scritto e continua a scrivere la storia di Venezia. E continua a costituire uno straordinario esempio per tutti” sottolinea il primo cittadino.
Conclusi gli interventi, una sfilza di domande dalla platea. La dimostrazione evidente di un interesse sempre più vivo.
(9 marzo 2016)