Dalmazia

Valerio-Fiandra 2La storia del libro sul quale mi esercito oggi comincia nel 1700, continua nel 2003, e non finirà nel 2016. Non è un romanzo, ma ci troverete personaggi indimenticabili; non è un saggio, ma c’è molta Storia dentro; non è un reportage giornalistico, ma è pieno di informazioni utili. Nel 1774, un abate illuminista di nome Alberto Fortis raccolse le memorie dei suoi molti viaggi nei “domini del mar” della Serenissima. Viaggi, è curioso notare, finanziati sì dal Senato Veneto, ma anche da autorevoli mecenati inglesi, già a partire dal 1770. Alla pubblicazione in italiano – in una bella lingua aulica ma precisa, e talvolta immaginifica – seguirono edizioni inglesi, francesi e tedesche: e così il suo Viaggio in Dalmazia divenne il libro di riferimento per lo studio e la curiosità dei molti interessati alla sconosciuta, ma temuta terra d’isole. Alessandro Marzo Magno, giornalista esperto di Esteri, scrittore affermato, ripesca il libro di Fortis e lo usa come traccia, come falsariga per il suo viaggio, più di 200 anni dopo, alla riscoperta della dimenticata, misconosciuta, tormentata perla tropical adriatica situata a poche centinaia di chilometri dal nostro Paese. Nel 2003, infatti, Il Saggiatore pubblica la prima edizione de Il leone di Lissa – Viaggio in Dalmazia. È un successo editoriale, ristampato e soprattutto letto, usato da chi, viaggiatore fai da te o semplicemente interessato alla terra e al mare dove l’ennesima terribile guerra è finita da poco. Finirà esaurito, quasi introvabile.
Tredici anni dopo, questo D’Artagnan (ma anche un po’ tanto Porthos, e un cicinìn Aramis) Venezian-Triestin-Sloven-Ingles-Milanese, lo ripubblica senza una aggiunta, sola eccezione la prefazione di Paolo Rumiz. Già, perché questo libro di letteratura di viaggio, pur essendo preciso e utile anche per il turista avveduto, è un libro di Storia. E, soprattutto, di storie.
Seguendo le orme dell’abate, e superandolo, Marzo Magno visita ogni angolo delle magnifiche isole, del ruvido entroterra. Per chi ne conosce qualcosa, è una rivelazione continua, per chi no una scoperta dopo l’altra. Storia antica e medievale, guerre pre moderne e contemporanee sono – insieme alla straordinaria quanto brusca vitalità dei Dalmati – il filo rosso della narrazione. Gli indici e la bibliografia in appendice al volume, ancora di Il Saggiatore (220 pagine, 18 Euro), testimoniano della accuratezza delle fonti e del lavoro effettuato. Da Cherso a Curzola, cioè da Cres a Korcula, da nord a sud, il libro è un viaggio in poltrona (se poi avete la possibilità di farlo anche per mare, beati voi!) che si fa leggere, e non si fa dimenticare. Lo popolano figure umili e straordinarie: pescatori, preti, velisti, storiografi, lavoratrici, ristoratori… Tutti hanno raccontato all’autore la loro Dalmazia, e – fra ginestre, salvia, pecorino, stelle rosse, mosaici romani, pietre parlanti, leoni e pecore – il caravanserraglio avanza nei nostri occhi, e sa di salato, di bello, di vero. Ragione di maggior qualità, poi, è la via politicamente corretta, ma non livellante, che Marzo Magno mantiene dalla prima all’ultima pagina. Rispetta le opinioni dei suoi narranti incontri; ne corregge -senza falsi accomodamenti, né ciechi addomesticamenti – i punti di vista. Ma è il rispetto a sorvegliare l’autore, quello per chi gli ha raccontato, e dunque per noi lettori, cui lui racconta.
Fatevi un favore, prenotatevi il viaggio in libreria: il biglietto costa 18 euro e dura 220 pagine. Farete 1000 kilometri da fermi. Dopo, però, vi verrà tanta voglia di Dalmazia che…

Valerio Fiandra

(10 marzo 2016)