Jihad, tre fermi a Roma

rassegnaSi sono conosciuti nel carcere di Velletri l’anno scorso, entrambi detenuti per piccoli reati. Lì, tra le mura dell’istituto, è avvenuta la radicalizzazione: il tunisino Firas Barhoum, 29 anni, ha convinto uno dei criminali più pericolosi della Macedonia, il 41enne Vulnet Maqelara alias Karlito Brigande, a unirsi allo Stato Islamico. E a partecipare a un attentato suicida con un’autobomba in Iraq.
Tre le ordinanze di custodia emesse dal gip di Roma, a carico di Brigande (era già in carcere ma stava per uscire), Barnhoum (latitante in Iraq) e un altro macedone di nome Abdula Kutishi.
L’operazione antiterrorismo dei carabinieri del Ros è importante, scrive Repubblica, “per quello che documenta sui luoghi e le modalità dell’indottrinamento degli uomini del Califfato”.

Sul Fatto Quotidiano si raccontano la vita degli israeliani che vivono al confine con la Striscia di Gaza e i loro timori per la possibilità che terroristi di Hamas si introducano nei kibbutz attraverso tunnel segreti. “In questa regione di Israele ci sono, oltre ai kibbutz, piccoli villaggi agricoli che si trovano a poche centinaia di metri dal confine con Gaza. Affacciandosi alla finestra gli israeliani possono vedere i palestinesi che coltivano i campi o camminano in strada. Costruire un tunnel – si legge – sembra tutt’altro che impossibile”. Pessima però la titolazione: “L’incubo del colono: il terrorista sotto al letto”.
I colleghi del Fatto forse ignorano che ormai da molti anni non esistono più insediamenti israeliani dentro la Striscia?

In occasione della Giornata mondiale della gioventù a Cracovia, Bergoglio visiterà Auschwitz-Birkenau. Adesso è ufficiale. “Il papa si recherà ad Auschwitz il 29 luglio, nel terzo giorno di visita” ha spiegato il presidente dell’agenzia d’informazione cattolica Kai Marcin Przeciszewski. Non è la prima volta che un papa si reca nel lager: Wojtyla ha visitato il campo nel 1979, Ratzinger nel 2006.

Cresce l’attesa per le iniziative organizzate a Venezia per il cinquecentesimo anniversario del Ghetto, sempre più al centro dell’attenzione dei grandi media internazionali (oggi sul New York Times un ampio articolo che racconta il significato di questa sfida e raccoglie l’emozione di alcuni protagonisti della vita comunitaria, “500 Years of Jewish Life in Venice”).
Sul domenicale del Sole 24 Ore Sergio Luzzatto recensisce l’importante studio di Donatella Calabi Venezia e il ghetto (ed. Bollati Boringhieri), la cui presentazione aprirà la giornata del 29 marzo.

La Comunità ebraica livornese rende oggi omaggio alla memoria del rav Elio Toaff. Nell’occasione sarà presentato un cd che racchiude cento anni di composizioni ebraiche “in una realtà che ha fatto dell’intreccio tra bel canto, tradizione liturgica e apertura alle contaminazioni del Mediterraneo un motivo di orgoglio internazionalmente riconosciuto” (Adam Smulevich sul Corriere Fiorentino).

Cosa sarebbe stato di noi sotto la Repubblica Sociale Italiana? Avremmo resistito? Saremmo stati complici? O semplici spettatori? È da queste domande che parte l’indagine di Carlo Greppi, dottore di ricerca poco più che trentenne, nel nuovo libro appena consegnato alla Feltrinelli (Uomini in grigio, Storie di gente comune nell’Italia della guerra civile, in libreria ad aprile). Ad analizzarne i temi è Simonetta Fiori su Repubblica.

(13 marzo 2016)