Qui Trani – Lech Lechà
“Risveglio d’interesse tangibile”
“Abbiamo raggiunto lo scopo che ci eravamo posti, ossia quello di proporre iniziative che non ci portassero a parlare tra noi di quanto sia bello l’ebraismo ma di comunicarne la cultura e i valori alla cittadinanza e a un pubblico non ebraico, la cui presenza è stata in questi giorni più numerosa che mai da tutta Italia”. È soddisfatto Francesco Lotoro, co-fondatore del festival Lech Lechà. Le prime giornate di questa quarta edizione hanno dato vita, nella sua valutazione, “al miglior Lech Lechà di sempre”.
Numerosi gli eventi proposti a Trani nel corso della settimana, tra letteratura e cucina, dibattito e musica, grazie alla collaborazione tra la Regione Puglia, il Comune di Trani, l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Comunità ebraica di Napoli. Il festival è diretto da Lotoro, insieme a Cosimo Yehudah Pagliara e Ottavio Di Grazia e il tema di quest’anno è “Komemiut, il procedere “a testa alta”.
“Ci siamo resi conto di quanto sia profondo l’interesse nei confronti dell’ebraismo soprattutto dal contatto con i ragazzi delle scuole”, ha raccontato Lotoro. “Proprio qualche giorno fa, dei ragazzi di un liceo classico ci hanno detto che volevano venire in sinagoga. Credevamo volessero fare una visita – lo stupore di Lotoro – ma invece ci hanno chiesto di studiare Torah”. Grande la presenza, soprattutto per le iniziative di carattere artistico, anche dei bambini delle elementari, mentre una classe del liceo, ha riportato sempre il direttore, ha voluto presentare dei testi in yiddish. “Un’iniziativa che non era certo in programma ma che inseriremo con entusiasmo, poiché essere penetrati così a fondo nelle scuole ci fa capire di aver toccato il cuore della società”.
E si è aperto proprio con un monito all’educazione delle giovani generazioni, quello severo di Primo Levi, il quarto giorno del festival. Il primo incontro della giornata è infatti stato il confronto, presso la Biblioteca Comunale G. Bovio, intitolato “’Ripetetele ai vostri figli’. Primo Levi e le parole dimenticate”, tra Francesco Lucrezi, docente di Storia dell’Oriente Mediterraneo presso l’Università degli Studi di Salerno e Piero Di Nepi, autore del volume 13 milioni. Riflessioni numeriche e antropologiche sull’ebraismo contemporaneo, moderati dalla giornalista Nunzia Saccotelli, che analizzeranno l’eredità del grande scrittore e Testimone della Shoah e il suo “grandioso tentativo di ricomporre l’infranto”.
Il pomeriggio si apre invece con un momento di riflessione dedicato a Rabbi Aqivà, presso la Biblioteca Comunale G. Bovio (alle ore 17:00), intitolato “Rabbi Aqivà, ossia del risveglio ebraico. Sapienza ed eroismo di un Maestro”. A parlarne Ottavio di Grazia, docente universitario, il maskil Gadi Piperno e Piero Di Nepi come moderatore. E all’eredità dei Maestri della tradizione ebraica sarà legato l’ultimo incontro (ore 18.30) della giornata alla Biblioteca, la presentazione della
Halacha illustrata di Moise Levy, che parlerà della poderosa opera da nove volumi più un dvd multimediale insieme a Pagliara.
E mentre nel corso della giornata la Sinagoga Scolanova ospiterà vari momenti di studio insieme al rav Benedetto Carucci Viterbi, la sera di Lech Lechà prevede due appuntamenti, entrambi al Polo Museale Trani – Palazzo Lodispoto. Il primo (ore 20) sarà un dibattito dal titolo “Nostra Aetate. Il dialogo ebraico-cristiano a 50 anni dall’enciclica”, che vedrà a confronto sui temi del dialogo interreligioso Daniele Garrone, docente di Antico Testamento presso la Facoltà Valdese di Roma, monsignor Filippo Salvo, Carmela Ventrella, docente di Diritto Ecclesiastico presso l’Università degli Studi di Bari e Piero Di Nepi, moderati da Ottavio Di Grazia. A seguire (ore 21.00) il concerto “Bendigamos Al Altissimo!”, in cui il Duo Sepharad,composto da Angela Yael Amato al violino e Alessandro Yosef Parfitt al violoncello, dopo un’introduzione di Pagliara, eseguiranno alcuni brani dal repertorio classico di Johann Sebastian Bach e Johann Pachelbel così come alcuni brani musicali della tradizione ebraica sefardita e askenazita, un affascinante excursus attraverso diversi periodi storici della vita nella Diaspora.
(Nell’immagine, di Luciana Doronzo, studenti in visita alla sinagoga Scolanova di Trani)
(17 marzo 2016)