Roma – L’arte che dipinge la continuità
Il filo conduttore è “l’eternità”. Un tema che segna l’intera carriera artistica di Georges de Canino, il protagonista di una significativa mostra personale (Carte 1973-2015) inaugurata ieri negli spazi della galleria Simone Aleandri Arte Moderna di Roma in piazza Costaguti.
Il rapporto con la poesia, in particolare con Rimbaud; l’importanza della parole e il suo dialogo con il segno; l’impegno politico; la memoria nella rappresentazione della Shoah; la mitologia; fino ad arrivare all’ultima produzione, la serie delle Palme. Diversi i capitoli affrontati nelle opere di Georges, che è cavaliere al merito della Repubblica e autore della menorah donata dalla Comunità ebraica romana a papa Bergoglio in occasione della sua recente visita in sinagoga.
“Tutto il lavoro di de Canino si basa sul concetto di eterno. Dalle poesie di Rimbaud alle immagini mitologiche che evocano di per sé un’idea di immortalità, fino ad arrivare al tema della memoria che deve mantenersi costante affinché non si dimentichi ciò che è stato, e alla palma, che simbolicamente rappresenta la rinascita e la perpetuità” sottolinea Giorgia Calò, curatrice della mostra e assessore alla Cultura della Comunità ebraica.
Presenti all’inaugurazione della mostra, che resterà aperta fino al 2 aprile, il rabbino capo Riccardo Di Segni, la presidente della Comunità ebraica Ruth Dureghello, il direttore del dipartimento Cultura Claudio Procaccia, la direttrice del Centro di cultura ebraica Miriam Haiun.
(Nell’immagine Simone Aleandri, Giorgia Calò e Georges de Canino)
(18 marzo 2016)