La Neue Synagoge

Sara Valentina Di PalmaBerlino, Oranienburger Strasse. Una targa commemorativa ricorda l’ufficiale prussiano in servizio presso il distretto 16 della città, Wilhelm Krützfeld, il quale durante la Reichkristallnacht del 9 novembre 1938 tentò di salvare dalle fiamme la Sinagoga Nuova, intimando alle SA di andarsene e chiamando sul posto i vigili del fuoco a spegnere l’incendio che esse avevano appiccato.
Il 10 novembre Krützfeld fu chiamato dal Presidente della polizia berlinese nonché membro delle SA, Graf von Helldorf, a rispondere della cosa, ma se pensassimo che ricevette una punizione esemplare, resteremmo stupiti dal constatare che la cosa non ebbe altri risvolti se non un richiamo formale, a dimostrare che un certo spazio di manovra, per non eseguire ciecamente gli ordini antisemiti, c’era.
Un tempo la più grande sinagoga della Germania, la Neue Synagoge di Berlino era stata costruita nella seconda metà dell’Ottocento secondo uno stile in voga nel periodo, il moresco (si pensi, tra i tanti esempi, alle nostrane sinagoghe dell’emancipazione a Firenze o Vercelli), e rifletteva la sensibilità riformata della comunità ebraica tedesca che aveva deciso di dotarla di organo e di tenervi Tefillot in lingua tedesca. Vi officiarono, tra gli altri, la prima donna a ricevere un’ordinazione rabbinica riformata, Regina Jonas, deportata nel novembre del 1942 a Terezin, dove resta ancora traccia del suo indefesso lavoro di studiosa e conferenziera, e quindi nel 1944 a Birkenau dove fu assassinata.
Grazie all’intervento di Krützfeld, il Tempio poté essere utilizzato ancora sino alla primavera del 1940, quando l’esercito la requisì per farne un magazzino, e venne definitivamente distrutta dai bombardamenti del novembre 1943. Nel 1958 furono demoliti anche i resti del corpo principale, e restò in piedi solo la facciata con le due torri e la cupola orientaleggiante.
Oggi ad officiare nella Sinagoga Nuova ristrutturata e parzialmente riaperta alle funzioni è di nuovo una donna, e tra le tante attività proposte degna di nota è la Tefillat Yeladim dedicata, ogni Shabbat, ai bambini divisi per fasce di età: i più piccoli ascoltano dei racconti sulla Parashat HaShavua, mentre i grandi apprendono la struttura della Tefillà e le preghiere in ebraico, leggono Midrashim sulla Parasha settimanale e mettono in scena piccoli spettacoli teatrali.
Se tutto questo è possibile in questo luogo, mi piace pensare, lo dobbiamo anche al piccolo atto di normalità di Krützfel, il quale mentre orde di fanatici distruggevano sinagoghe e negozi di proprietà ebraica e mentre molti cittadini si riversavano nelle strade a guardare inerti e silenziosi, mentre la gran parte dei vigili del fuoco era presente immobile di fronte agli incendi intervenendo solo per evitare che questi si propagassero ad edifici non ebraici, fece quello che sarebbe dovuto essere normale fare: intervenire.

Sara Valentina Di Palma

(24 marzo 2016)