Vercelli, lo striscione dell’odio
“Ovadia testimone per la difesa”
Si è aperto ieri a Torino il processo contro due giovani attivisti di un centro sociale che, nell’estate del 2014, nel pieno dell’operazione ‘Margine protettivo’ a Gaza, avevano affisso un farneticante striscione anti-israeliano all’ingresso della sinagoga di Vercelli. “Stop bombing Gaza – Israele assassini – Free Palestine” avevano scritto i due, che tra le varie accuse devono adesso rispondere di propaganda di idee basata sull’odio razziale.
Gli avvocati dei due giovani, sostenendo che la loro azione sia da ritenersi “legittima critica” allo Stato di Israele, hanno richiesto la testimonianza in loro difesa di diversi soggetti. Tra gli altri il noto attore e cabarettista Moni Ovadia e il coordinatore nazionale di Pax Christi don Renato Sacco, oltre al rappresentante di una onlus pro-palestinese.
L’azione era stata così condannata dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, in un messaggio inviato ai media e alla presidente della Comunità vercellese Rossella Bottini Treves: “L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane condanna con forza ogni minaccia e ogni forma di intimidazione. L’episodio avvenuto a Vercelli, con la sinagoga profanata da uno striscione di aperto odio anti-israeliano, deve far scattare un campanello d’allarme in tutta l’opinione pubblica”.
(24 marzo 2016)