cambiamento…

Perché se tu in questo momento taci, aiuto e liberazione sorgeranno per gli Ebrei da un altro luogo
כִּי אִם-הַחֲרֵשׁ תַּחֲרִישִׁי, בָּעֵת הַזֹּאת–רֶוַח וְהַצָּלָה יַעֲמוֹד לַיְּהוּדִים מִמָּקוֹם אַחֵר Ester, 4, 14.
Pungente e diretto questo avvertimento di Mordechai ad Ester: “Puoi scegliere se agire in nome della salvezza del tuo popolo o restare ferma nelle tua apparente e fragile sicurezza e non fare nulla: la salvezza giungerà da un altro luogo”.
Il primo insegnamento di questo verso della Meghillà di Ester, del Libro di Ester, è la modestia rispetto all’orizzonte degli avvenimenti e dei giorni del mondo. Nessuno è indispensabile, nessuno è un salvatore, nessuno è insostituibile: la salvezza giunge comunque da “un altro luogo”. Non sei tu regina o serva, principe o povero, a decidere i destini del mondo, della società, delle comunità. Sei un mezzo ed i mezzi possono essere diversi e tutti utili o inutili a secondo dei casi. Il secondo insegnamento è che il Luogo, Dio, che è Luogo dei luoghi del mondo, concede a chiunque una via di uscita, una via di salvezza, un secondo punto di vista che cambia il mondo e porta salvezza. Nulla è definito e nulla non può essere mutato, nessuno può dirsi costretto in una determinata situazione e nessun dolore o angoscia o dramma non può essere mutato, affrontato, capovolto da “un altro luogo”. Purim è la festa più gioiosa del nostro calendario perché ci insegna che il cambiamento è possibile, che noi possiamo farlo e che se anche non volessimo farlo esso accadrà al di là dei piani e degli sguardi dell’uomo.

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino

(25 marzo 2016)