Festa a sorpresa per Scialom Tesciuba
“Io, Tripoli e la Comunità ebraica
I miei primi 35 anni di impegno”

IMG_20160324_210125 “Posso solo dire che, davvero, non me l’aspettavo”. Come avviene a ogni festa a sorpresa che riesca nel suo intento, sono state queste le prime parole di Scialom Tesciuba al suo ingresso nel tempio Beth El di Roma, dove lo attendevano amici e compagni di avventura per un abbraccio che ricordasse ed esprimesse tutta la riconoscenza per i suoi trentacinque anni di impegno comunitario. Tesciuba è l’anima della componente tripolina della Comunità ebraica romana, nel Consiglio della quale è entrato per la prima volta nel 1981 e per la quale ha lavorato instancabilmente all’insegna dell’integrazione con la componente italiana e di una vita ebraica attiva e ricca. A portare il loro saluto, tra gli altri, il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, l’attuale presidente della Comunità Ruth Dureghello e alcuni altri ex presidenti, tra cui Riccardo Pacifici, Sergio Frassineti, Enzo Ottolenghi, e Leone Paserman.
L’entrata in scena ufficiale di Tesciuba, ha raccontato il festeggiato, è avvenuta quando fu il rabbino capo Elio Toaff a chiamarlo nel suo ufficio per comunicargli di avergli fatto “un piccolo scherzo” e averlo inserito nella lista di candidati per le elezioni comunitarie. “Quando è il rabbino capo a candidarti – le sue parole, corredate dai gesti – puoi solo alzare le mani”. Ciononostante, Tesciuba ha sempre preferito lavorare dietro le quinte e infatti, ha sottolineato, “fino all’ultimo ho sperato di non essere eletto, anche se poi ne sono stato contento”. Una scelta rivelatasi dunque felice, come testimoniano le parole di rav Di Segni: “Immaginate – ha detto rivolto al pubblico – come sarebbe stata questa Comunità senza di lui, quello che siamo, questo luogo, e la festa di Pesach”, per la quale Tesciuba ogni anno ancora adesso continua a occuparsi di dare a tutti la possibilità di rispettarne le regole. E conferma Dureghello, che per descrivere l’importanza di Tesciuba come punto di riferimento della Keillah, ha raccontato: “Quando ho deciso di candidarmi come presidente, è a lui che sono venuta a chiedere una berachah”.
Molte le doti di Tesciuba ricordate nel corso della serata, dal suo spirito d’iniziativa alla sua generosità, dallo spirito di sacrificio al carattere bonariamente definito da tutti “un po’ difficile”, ma soprattutto, come ha sottolineato Dureghello, “un forte senso della Comunità”. Grazie a questo e all’aver “sempre lottato contro quelli che volevano creare fratture”, ha sottolineato Pacifici, la componente tripolina vive oggi perfettamente integrata. Un insieme di qualità che gli ha permesso di trasformare un cinema in una sinagoga, il Beth El, di cui ancora Tesciuba è l’anima, come ha sottolineato Frassineti. E ancora, è stato sottolineato come Tesciuba abbia sempre avuto la capacità di guadagnarsi la stima e “il grande affetto” di tutti coloro che lavoravano insieme a lui, come ha osservato Ottolenghi, e al contempo di “non farsi intimorire da niente”, come ha aggiunto Paserman. E per ringraziarlo, dopo tante parole, il pubblico si è alzato in un lungo applauso, circondandolo del calore della Comunità in un grande abbraccio collettivo.

f.m. twitter @fmatalonmoked

(25 marzo 2016)