Qui Roma – Il progetto del Mibact
La Capitale e le catacombe ebraiche,
simbolo di una antica convivenza

IMG_20160329_114639 Sono le catacombe ebraiche conosciute più antiche e da ora anche visitabili quelle di Vigna Randanini, un tesoro dell’archeologia ebraica che grazie alla presenza di molte decorazioni ancora intatte mostrano una compresenza di elementi che “testimonia una stretta convivenza tra ebrei e pagani nella Roma antica”. Lo spiega l’assessore alla Cultura della Comunità ebraica di Roma Giorgia Calò, sottolineando come questo intreccio fra le vicende della Capitale e gli ebrei che vi risiedono è stato una costante della storia che rende eccezionale la presenza della minoranza ebraica. Le catacombe, databili tra il II e il IV secolo e.v., si estendono in una proprietà privata a quasi dieci metri di profondità tra l’Appia Antica e l’Appia Pignatelli, ma apriranno al pubblico nelle prime domeniche del mese a partire dal Primo maggio, grazie a una collaborazione tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali e il Turismo e la Soprintendenza archeologica di Roma con il sostegno della Comunità ebraica, che ha fatto rientrare le catacombe nel percorso proposto nell’ambito del progetto “Le vie del Giubileo: venti percorsi culturali a Roma per venti secoli di storia, arte e religioni” promosso dal Mibact in occasione del Giubileo della misericordia indetto dal papa Bergoglio e presentato oggi a Roma all’auditorium dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi.
A collaborare, oltre alla CER, il Fondo Edifici di Culto del Ministero dell’Interno, Roma Capitale, il Pontificio Consiglio della Cultura, il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, l’Opera Romana Pellegrinaggi, e la Comunità Religiosa Islamica Italiana. Ha presentato il progetto Daniela Porro, responsabile della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e del Polo Museale della città di Roma, insieme a Calò, al ministro del Mibact Dario Franceschini, a monsignor Liberio Andreatta, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi, all’imam Yahia Sergio Pallavicini, al prefetto Angelo Carbone, a capo della Direzione Centrale per l’amministrazione del Fondo Edifici per il Culto – Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, e a Ugo Taucer, capo di Gabinetto del Commissario Straordinario di Roma Capitale.
“Le vie del Giubileo” nasce da un’idea del Mibact per valorizzare itinerari culturali ed eventi di tema sacro e
spirituale a Roma in occasione, appunto, del Giubileo, attraverso un portale web e la distribuzione di cartine nei in vari punti della città. Sono venti i percorsi tematici per un totale di 330 tappe, tra cui quello proposto dalla Comunità ebraica di Roma. A costituire la novità è proprio la presenza tra le attrazioni selezionate delle catacombe di Vigna Randanini, al cui interno Calò descrive la presenza di “raffigurazioni ebraiche come il lulav e la menorah accanto ad altre di figure umane di origine pagana, iscrizioni in ebraico e greco antico, e eccezionali cubicola, cappelle di famiglia o di gruppo”. Una testimonianza importante di quanto la presenza ebraica a Roma sia la più antica al mondo con i suoi più di duemila anni di storia e radicamento nel territorio, sottolinea l’assessore, “l’unica collettività ad aver mantenuto intatti fino a oggi i suoi usi e costumi”. A dimostrarlo sono anche altre tappe del percorso delle “Vie del Giubileo”, come ad esempio l’arco di Tito, la sinagoga di Ostia antica, ma anche il Colosseo, “che si dice sia stato edificato con i proventi delle guerre giudaiche e da ebrei, simboleggiando come essi abbiano costruito Roma in tutti i suoi aspetti, da quello concreto a quello culturale e perfino culinario”. I visitatori che seguiranno il percorso potranno poi passare anche attraverso il quartiere ebraico, zona dell’ex Ghetto, la sinagoga e il Museo ebraico.
A sottolineare l’importanza del contributo delle varie anime culturali della città anche il ministro Franceschini: “Le vie del Giubileo è il frutto di una collaborazione straordinaria – ha dichiarato – che dimostra come la cultura sia uno strumento fondamentale per affermare i valori dell’accoglienza, dell’integrazione, della convivenza e del dialogo”. Concorda Andreatta, che ha osservato come proprio il concetto di misericordia “connetta il cristianesimo con l’ebraismo e l’islam”. Un progetto positivo anche per Pallavicini, il quale ha affermato che “in uno scenario internazionale in cui l’arte e la cultura sono oggi l’oggetto di una distruzione causata da una degenerazione criminale di un’identità religiosa nel terrorismo, una delle idee più lungimiranti è proprio investire nella cultura, veicolo dell’integrazione fra anime diverse che Roma rappresenta”.

Francesca Matalon twitter @fmatalonmoked

(29 marzo 2016)