Time out – Ghetti
Ora che abbiamo terminato di ricordare con feste e concerti l’apertura del ghetto di Venezia dovremmo iniziare a riflettere sul momento opportuno per uscirci. Non solo da quello di Venezia ovviamente, anche da quello di Roma e dalle gabbie culturali e sociali di cui gli ebrei italiani ancora vivono. Scomparsi coloro che allora vollero rinchiuderci, siamo rimasti noi con un’angosciante nostalgia della sicurezza di avere dei nemici. Consolazione amara, ma che serve a rinforzare un’identità debole il cui unico punto forte è la capacità di dover sopravvivere. Per vivere però c’è bisogno di maggiore coraggio. Di un ebraismo la cui caratteristica non sia solo la memoria storica fine a se stessa, ma una proiezione nel futuro leggermente più audace. Un ebraismo con valori forti e non modificabili che si confronta con le sfide del mondo globalizzato e del paese in cui vive. Siamo pronti?
Daniel Funaro
(31 marzo 2016)