Processi e funerali
La questione del soldato israeliano pone la società israeliana di fronte a vari interrogativi:
Come affrontare le presenza di mezzi di stampa apertamente “anti” in zone di guerra?
La presenza della stampa pone regole di ingaggio estremamente articolate che spesso pongono la vita dei sodati in pericolo?
È giusto scatenare un linciaggio mediatico contro un soldato sulla base di un filmato prodotto da una organizzazione anti esercito?
Da dove viene la sempre più forte dicotomia tra gran parte della popolazione israeliana e un certo establishment giudiziario del paese ?
Nell’augurare al soldato che torni presto ai suoi compiti in piena e totale libertà, e si goda questi primi giorni da uomo libero (anche se non ancora del tutto), mi viene in mente un insegnamento che mi fu fatto tanti anni fa: meglio un brutto processo che un bel funerale.
Michele Steindler
(4 aprile 2016)