“La Cultura, luce contro l’ignoranza”

noemiSono tempi di un grande buio e grandi timori. Timori di rivivere il passato anche se con vesti e origine diversa. Dobbiamo tenere una luce accesa: quella del sapere, del saper essere e saper fare. Quella che nasce e solo dalla cultura, combattendo ignoranza e conoscenze superficiali.
Quello dello studio e del rapporto con la cultura, è un tratto forte e identitario dell’ebraismo. Si è sempre coltivato lo studio sin dalla più tenera infanzia, in qualsiasi parte – sia in Israele sia nelle altre comunità sparse per il mondo;
Credo che l’ebraismo possa rappresentare un modello unico ed eccezionale, da cui trarre esempio, sia per valori e i contenuti formativi sia per i modelli di trasmissione e di insegnamento. Vediamo alcuni esempi, a noi più vicini:
Si tramanda e si comanda la trasmissione dell’identità ebraica– ogni giorno lo ricordiamo due volte nella preghiera dello shemà; l’imperativo di ripetere-insegnare racchiuso nell’espressione Vedibarta bam, “e ne parlerai con loro”, che pone l’accento su un insegnamento mnemonico (ripetere per ricordare). In questo modo si rende chiara la differenza fra istruzione e insegnamento: non si trasmettono ai figli solo informazioni e nozioni, ma si parla con loro dell’essere ebreo, si danno loro gli strumenti per la comprensione, attraverso il dialogo e stimolando l’elaborazione autonoma di ciò che viene raccontato, delineando quel passaggio importante e necessario che porta dall’insegnamento alla cultura.
Lo shemà lo reciterai – “Stando in casa e andando per strada” e “quando sarai coricato e quando sarai in piedi”. Lo studio non è solo una fase della vista, un ciclo di formazione – è perenne.

In genere, si è portati a pensare che il Maestro svolga un ruolo attivo, mentre l’allievo resterebbe passivo, in quanto riceve l’insegnamento impartito. Non è così nella tradizione talmudica: l’elemento che maggiormente caratterizza il rapporto tra allievo e Maestro è il continuo capovolgersi di ruoli nel corso della lezione. Il Maestro ha il ruolo di chi trasmette la tradizione, ma le domande che l’allievo pone costringono il Maestro a trovare nuovi argomenti e nuove risposte. Nei Pirqé Avot (Massime dei Padri) è scritto: “Da tutti i miei maestri ho imparato, ma dai miei allievi più di ogni altro”.
Oltre al rapporto Maestro-allievo, una tecnica interessante sviluppata dall’ebraismo per l’approfondimento nello studio è la Chavruta: lo studio a coppie di due studenti in cui ognuno ha il compito di stimolare il compagno ad approfondire le sue argomentazioni, ponendo domande e facendo obiezioni. Cosi anche l’esempio del Daf Yomi – la medesima pagina studiata in tutto il mondo.
Non si tramanda un dogma ma un confronto dialettico.

3. Si tramanda il racconto dell’acquisizione della libertà religiosa, della formazione stessa del popolo e del suo “ordinamento” ogni anno nell’Hagadà letta durante la cena di Pesach. Questa serata intesa ci attende tra circa due settimane. I brani della Hagadà sono caratterizzati da una struttura domanda-risposta. Il testo esprime tutta la sua valenza pedagogica, la sua attenzione alla continuità ed alle generazioni che si succedono. Data l’importanza del precetto di raccontare l’uscita dall’Egitto, il genitore deve rivolgersi ai figli secondo le rispettive capacità individuali. Il progetto educativo rappresentato dall’Hagadà ci dice che non può esistere un metodo adatto a tutti.
Non c’è un solo perché ma più perché anche ad una sola domanda.
Abbiamo accennato ai contenuti – ai modi di trasmissione in una sede che possiamo definire “didattica”. Le peculiarità e i valori sono fortemente vissuti e integrati anche nelle attività giornalistiche e di comunicazione. Questo è quello in cui crediamo fortemente e che in questo corso vogliamo condividere.
Questo Master si inserisce nel contesto più ampio di un insieme di corsi e di percorsi di studi che l’Unione ha promosso e articolato nel corso degli anni. L’attenzione alla formazione e alla cultura ebraica è da sempre al cuore, o ancor meglio il cuore pulsante, dell’intera attività.
Nell’ambito dell’offerta formativa curata direttamente dall’UCEI si è previsto un piano di formazione ampio che possa rispondere al meglio alle diverse fasce e alle diverse esigenze.
Quello dei giovani e delle famiglie nelle Comunità più piccole che non hanno una struttura scolastica;
Quello della formazione cultuale – attraverso il collegio rabbinico – integrato nel percorso scolastico e nelle successive fasi;
Quello della formazione culturale del Diploma universitario in studi ebraici.
A questo piano nell’area dell’educazione si accompagna un importante intervento, portato avanti egli ultimi anni, nell’area comunicazione. Un redazione strutturata, un giornale stampato, il portale, le rassegne e le newsletter quotidiane e settimanali, in italiano ed in inglese.
Il master si collega al corso di Diploma e risponde ad una forte domanda che proviene dall’esterno, e dall’interno – di conoscere da vicino il mondo ebraico – la letteratura, la filosofia, i testi sacri. Siamo felici di cogliere questo interesse e di poter dare il nostro contributo.
Cosa abbiamo come patrimonio ebraico, come lo condividiamo e come lo comunichiamo. Questa la sfida di questo master.
Potete vedere l’elenco completo delle materie nella locandina e nell’area dedicata del sito.
Ricordo che questa iniziativa di alta formazione è aperta a tutti coloro che sono in possesso dei requisiti di studio necessari per il conseguimento di un master, prevede lavori di ricerca e tesi di gruppo.
Questa è la sede del Master e del Corso di Laurea – questa è la nostra casa – una casa fatta di pareti e scaffali colmi di libri, stratificati negli anni – nei millenni; ha la sua cucina, il suo salotto, e i suoi spazzi riservati allo studio e al pensiero. Noi siamo felici di aprire questa casa a tutti e rendervi partecipi di questo patrimonio – vivo, pulsante, tramandato con passione. Per condividere i profumi, i sapori. Per apprendere la lingua ebraica, sfogliare assieme i nostri libri, per suonare la musica.
Ecco, allora – l’auspicio è che questa sia una casa che ha la porta sempre aperta. Che siate tutti ospiti permanenti. Che sostiate non solo nel nostro salotto e nella nostra cucina, ma anche nella stanza dedicata allo studio.
Cultura, conoscenza, comunicazione sono l’unico vero veicolo che può garantirci un futuro.

Noemi Di Segni, assessore al Bilancio UCEI

(6 aprile 2016)