La sintesi tra diverse capacità

clelia pipernoCon profonda gioia, ringrazio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha voluto onorarci della sua presenza, e il presidente dell’Accademia dei Lincei professor Alberto Quadrio Curzio che ci ospita. Desidero inoltre ringraziare tutti coloro che, fin dai momenti iniziali, ovvero più i cruciali e determinanti per la riuscita del progetto, con entusiasmo ci hanno dato il loro appoggio. Oggi è una giornata storica per l’ebraismo italiano, per la cultura universale e, mi sia consentito, non ultimo, per le donne.
Oggi non siamo qui per commemorare lutti antichi e recenti, ma per condividere un tesoro che nasce dalle radici più profonde della cultura ebraica: il Talmud, parola che significa studio. Oggi abbiamo nelle mani il testo, frutto del lavoro condiviso per quattro anni da cento donne e uomini. 
Questo progetto è la forza di un’idea in cui tante persone hanno creduto lavorando anche quando ancora le risorse non erano disponibili senza risparmiarsi.Il primo volume – edito dalla casa editrice Giuntina – non è solo la più recente fra le non molte traduzioni del Talmud, ma anche la prima traduzione del Talmud digitalizzata effettuata attraverso un software chiamato Traduco che può considerarsi una moderna versione della macchina di Turing. In questa prestigiosa sede è superfluo ricordare che quella macchina fu utilizzata per combattere, anche a costo di grandi perdite umane, il male nazifascista decrittandone i messaggi. L’intuizione è stata quella di visualizzare la multidimensionalità del Talmud, esito delle menti e delle anime di tante persone che in epoche diverse, situazioni diverse, secoli diversi, hanno costruito un unico tema dialogante all’interno del suo stesso corpo.L’impresa che oggi vede il suo primo frutto tangibile possiede tratti che la rendono unica al mondo, in primis l’idea di traduzione talmudica digitale concepita da una donna, condotta da una donna, con l’aiuto di tanti amici, tra i quali, voglio ricordarne quattro: Antonio Agostini, Cinzia Caporale, Alessio Gorla e Gianfranco Di Segni, quattro moschettieri che mi hanno sostenuto fin dal primo minuto. È singolare la esistenza di un precedente “femminile” nella storia del Talmud: la signora Romm proprietaria della stamperia di città Vilna, che ha dato il nome all’edizione che attualmente studiamo. Questa è una dimostrazione che le barriere sessiste possono cadere.
La mia è un’idea basata sul codice binario: domanda e risposta, che, esattamente come il codice 010101 è la base dell’informatica, produce in queste pagine la sintesi del lavoro fra capacità così diverse, eppure così affini. Oggi c’è il primo trattato, Rosh haShana’ che in ebraico significa Capodanno: e noi sappiamo che a Capodanno qualcosa finisce e qualcosa inizia. Perché non è vero che può solo andare peggio per il popolo ebraico, qui oggi dimostriamo l’esatto contrario, il meglio iniziato non si ferma. Un mondo che è stato costretto fra dolore e sollievo, paura e gioia, restrizioni e libertà, oggi dalle radici della libertà si espande l’immensità del sapere talmudico. Le recenti scoperte hanno confermato la visione fisica einsteiniana, il tessuto spazio temporale in cui viviamo è in continuo movimento, come nel tempo sempre in movimento è stato il flusso delle domande che si inseguono in queste pagine. Il pensiero Talmudico, di domanda in domanda pervade lo spazio culturale della persona e cambia la visione conoscitiva di chi si cimenta con i suoi testi. Oggi abbiamo il privilegio di consegnare al Presidente della Repubblica il primo volume e insieme inizia la condivisione di questo strumento della conoscenza universale
Il mio pensiero è rivolto a tutte le istituzioni che ci hanno garantito gli strumenti per iniziare questo lungo cammino: i firmatari del protocollo di intesa, Gianni Letta, Maria Stella Gelmini, Luciano Maiani e Renzo Gattegna. Ringrazio anche tutti coloro che si sono succeduti alla guida del MIUR e del CNR per aver dato continuità al progetto e chi li guida in questo momento: la ministra MIUR Stefania Giannini e il presidente CNR Massimo Inguscio.
Ringrazio il Parlamento italiano nel cui impegno, espresso nella recente legge di stabilità, troviamo una autorevole conferma della fisionomia culturale di questo progetto. Questo è un successo di tutti noi: della cultura, della ricerca, dell’ebraismo e del Paese.
Le risorse assegnate gestite con parsimonia e lungimiranza dal CdA hanno permesso questo risultato. In questi anni il software si evolveva, mentre i traduttori lavoravano con i programmi rilasciati nelle varie fasi, talvolta smontando e ricostruendo il loro stesso lavoro, riallineandolo al cammino digitale, con fasi di confronto talora anche dure e aspre, ma con un obiettivo sempre condiviso: la realizzazione del progetto.
Oggi abbiamo raggiunto un primo traguardo, in un tempo rapido, considerata la complessità della sfida che avevamo davanti. Siamo un una squadra che ha lavorato contro ogni fondamentalismo: abbiamo unito la fede religiosa alla razionalità della conoscenza che ognuno ha in se’. Con pazienza abbiamo scavato nella galleria delle domande e con coraggio aperto tutte le porte di cui avevamo le chiavi e inventato chiavi per le altre, perché i codici della conoscenza sono già dentro di noi; la conoscenza e il suo insegnamento sono il nostro obiettivo, da oggi vi si può accedere direttamente in lingua italiana. Mi sono sempre ricordata che per portare a termine sfide come questa, con i suoi ostacoli, anche dover fare dei passi indietro costituiva l’indispensabile arretramento per prendere la rincorsa e arrivare alla meta per progredire. 

Ringrazio tutti per avere avuto il privilegio di guidare la squadra, ma soprattutto ringrazio rav Riccardo Di Segni e il consiglio di amministrazione, Alessandro Finazzi Agrò e Mario Patrono, che con passione, costanza e impegno quotidiano hanno accompagnatolo sviluppo del progetto. 
Voglio ringraziare tutte le italiane e gli italiani, a cui consegniamo un successo della cultura e della scienza di questo paese : il primo risultato di un progetto di reale interazione di culture.

Clelia Piperno, presidente del Consorzio ‘Progetto traduzione Talmud babilonese’

(6 aprile 2016)