Bologna Children’s Book Fair Israele, fra pagine e cactus
Una siepe di cactus alta più di due metri e i cento migliori libri per bambini degli ultimi tre anni. Un’illustratrice, Lior Grossmann, e la volontà di presentare al pubblico della Bologna Children’s Book Fair la ricchezza e allo stesso tempo la complessità di Israele. Ingredienti semplici, che hanno però portato a un successo tale da sorprendere. Il profilo della Città bianca, mescolato a elementi provenienti da tutto il paese ha fatto da sfondo ai libri esposti e ai tantissimi incontri che si sono tenuti in uno stand che ha sollevato grande curiosità. È con l’aria stravolta e un po’ stralunata che accomuna un po’ tutti nell’ultimo giorno di fiera che Dave Yacoov racconta come per quattro giorni lo spazio di Israele sia stato al centro di un flusso inarrestabile di curiosi. Editori, illustratori, giornalisti che molto hanno apprezzato la scelta compiuta dal Ministero degli affari esteri e dall’Ambasciata israeliana in Italia, che hanno voluto mostrare a Bologna le tante sfaccettature di un paese che pochi conoscono davvero. “La scelta è stata semplice quanto rigorosa: contattare tutti gli editori israeliani – sia i sei, sette maggiori che tutti gli altri – chiedendo loro di proporre quelli che considerano i libri migliori pubblicati degli ultimi tre anni. Escludendo le traduzioni, però, l’idea era di presentare il meglio di quanto scritto e illustrato da israeliani, non traduzioni o adattamenti. Fra quelli che sono stati proposti – sottolinea Yacoov – è stata fatta una ulteriore selezione, per arrivare ai cento migliori, che sono qui”. Grande varietà, sia per i temi che per lo stile degli illustratori, ma non solo: esposti nel padiglione numero 30, a poca distanza dal grande spazio della Buchmesse, per quattro giorni il meglio dell’editoria per giovani e giovanissimi lettori di Israele ha mostrato non solo la complessità del paese, ma soprattutto la sua ricchezza. “Le persone che sono venute a trovarci – questa la cosa che ha colpito tutti coloro che hanno lavorato allo stand – erano soprattutto sorprese da come in un paese così piccolo si producano così tanti libri per bambini. E così differenti tra loro: abbiamo libri in arabo, e libri scritti da rabbini ortodossi, uno accanto all’altro sugli scaffali. Libri allegri e spensierati e libri più cupi, che raccontano storie attuali così come alcuni che riprendono le tradizioni. È stato soprattutto per noi molto strano renderci conto di come l’immagine di Israele corrisponda così poco alla realtà”.
E il cactus che ha fatto in questi giorni da quinta allo stand, ha concluso Dave, è stato una scelta perfetta che ha incuriosito e attratto molti: da fuori sembrava quasi una barriera, ma ha molto contribuito a creare un interno accogliente, dove in parecchi hanno commentato di sentirsi a casa.
Ada Treves twitter @atrevesmoked
(7 aprile 2016)