…simbologie

A proposito dell’orgogliosa partecipazione dei vessilli della Brigata ebraica alla manifestazione del 25 Aprile, e dell’inopportunità politica e storica dell’intervento polemico del Forum Palestina ha certamente ragione Anna Foa. Trovo però che sia necessario ragionare sull’opportunità di allargare gli orizzonti della riflessione sul significato della guerra di resistenza antifascista e antinazista intrapresa in Italia e in Europa. Se si vuole dare un senso attuale, che non limiti la manifestazione a una semplice marcia rievocativa, ma che colleghi le ragioni di allora alle questioni che oggi ci tormentano, penso che l’attenzione vada rivolta in particolare a quegli uomini venuti da lontano che hanno combattuto e sono morti sui nostri monti Appennini per liberare l’Italia. Oltre ai giovani ebrei arruolati nella Brigata Palestinese (e a quelli che lottarono nelle formazioni partigiane), hanno combattuto soldati britannici, francesi, americani, canadesi, neozelandesi, polacchi, marocchini, algerini, tunisini, indiani, sudafricani. Il comportamento di alcune di queste componenti non fu sempre integerrimo nei confronti della popolazione civile italiana (sono noti gli episodi di violenza sulle donne e contro le sedi del partito comunista). Le guerre non sono mai pulite, e lasciano strascichi di amarezza, lacerazione e dolore. Ma la simbologia di quello che è avvenuto è ancora forte e ha un suo valore indiscutibile: gli eserciti Alleati, forti delle loro componenti multietniche, hanno sconfitto il nazismo e il fascismo a fianco dei partigiani italiani. Questo fatto della componente multietnica va in questi giorni valorizzato, in un momento in cui si straparla di “invasioni” di migranti e di “pericolo” per l’Europa. Il messaggio deve essere chiaro: senza il tributo di sangue di tutte queste componenti “extraeuropee”, il nostro continente sarebbe stato schiacciato dal regime nazista e oggi non saremmo qui a festeggiare né a celebrare.

Gadi Luzzatto Voghera

(8 aprile 2016)