Renzi a Teheran
Si apre in queste ore la visita ufficiale del Premier italiano Matteo Renzi a Teheran, primo capo di governo occidentale a recarsi in Iran dopo la firma dell’accordo sul nucleare. Renzi, scrive Il Sole 24 Ore, “si gioca oggi la carta iraniana: 17 miliardi di euro di accordi siglati quando venne in Italia il presidente (iraniano) Hassan Rohani da trasformare in contratti veri, operativi”. Avvenire parla di “un export da 3 miliardi di euro nel mercato iraniano che, secondo la Sace, potrebbe attrarre fra 30 e 50 miliardi di dollari di investimenti esteri annui”. Il quotidiano riporta anche del dossier presentato dall’ong Nessuno tocchi Caino sullo stato dei diritti umani in Iran, presentato proprio alla vigilia visita della delegazione italiana – con rappresentanti, tra gli altri, di Mediobanca, Intesa San Paolo, Unicredit ed Eni – in Iran. L’organizzazione ha lanciato un appello contro le sistematiche violazioni dei diritti, denunciando “l’allarmante uso della pena di morte”, “la discriminazione delle minoranze religiose” Bahai e cristiani, “la persecuzione degli omosessuali”, “l’invocazione della distruzione dello Stato di Israele”, “gli arresti di attivisti e oppositori”, “la discriminazione delle donne”.
Eruv in Laguna. Il sindaco di Venezia Luigi Brugnano ha firmato ieri un’autorizzazione che permetta di considerare strade, piazze, campi e ogni altro spazio pubblico di Venezia come un unico ambiente e un’unica proprietà della cittadinanza. In questo modo nell’area delimitata, nell’Eruv, viene meno la proibizione di trasportare di Shabbat che vige per gli ebrei nei luoghi pubblici. La zona, in questo caso Venezia, infatti è come se diventasse un grande spazio privato, dove il trasporto è possibile. Nella città lagunare, – ha spiegato rav Scialom Bahbout, rabbino capo della città – se il sindaco, che è la massima autorità cittadina, attesta che l’intera città si può considerare come un’unica grande “casa”, la prescrizione può essere osservata consentendo nello stesso tempo agli ebrei osservanti di spostarsi liberamente nell’area interessata dall’autorizzazione, che durerà 5 anni a partire dal 22 aprile (Corriere del Veneto).
Il muro sul Brennero che fa arrabbiare l’Italia. Tra le polemiche, Vienna ha dato il via ieri alla costruzione della barriera anti-profughi al valico del Brennero. “La prospettiva austriaca – spiega il Corriere – è di trattare Malia come la Grecia, alla stregua di un campo profughi a cielo aperto.“La struttura al Brennero sarà lunga 250 metri e attraverserà sia l’autostrada sia la strada statale”, ha detto il capo della polizia tirolese Helmut Tomac. Secondo il Viminale l’iniziativa austriaca “danneggerà l’economia”. “Non sarà solo un ‘muro’ tra Nord e Sud, tra due pezzi dell’Europa, tra l’Italia e l’Austria. – scrive Gian Antonio Stella sul Corriere, ricordando l’emigrazione forzata nel 1939 di decine di migliaia di tedeschi altoatesini, obbligati dal patto tra Mussolini e Hitler a optare per il trasferimento in Austria e in Germania – sarà di più: la spaccatura del piccolo mondo tirolese. Un incubo antico reso reale non da Roma, ma da Vienna. Un trauma inatteso”. Per Repubblica l’idea del muro – il cui impatto viene ridimensionato dalle autorità austriache – nasce dal crollo di popolarità del partito socialdemocratico al governo a Vienna: tra due settimane si vota per il presidente della Repubblica e l’ultradestra vola nei sondaggi. Da qui gli “atteggiamenti muscolari sulla questione dei profughi” del governo.
Austria espropria la casa di Hitler. La casa dove nacque e crebbe Adolf Hitler sarà espropriata e gestita dallo Stato austriaco in modo da evitare che diventi meta neonazista. “L’Austria – scrive Repubblica – si è stancata del comportamento inquietante della famiglia Pommer (proprietaria dell’immobile) e ha deciso il colpo di mano amministrativo”. Dopo aver costretto un’associazione che si occupa disabili a lasciare la casa, i Pommer hanno a lungo evitato di rispondere alla proposta di Vienna di acquistare l’immobile. E così, dopo una lunga querelle, è arrivato l’esproprio.
Il raid nero contro le strip satiriche su Mussolini. Il movimento neofascista Casa pound ha rivendicato con un video l’aggressione contro lo stand Shockdom a Romics, la fiera del fumetto a Roma, che ha pubblicato l’opera grafica satirica “Qvando c’era lvi” che prende di mira Mussolini e i fascisti. A postare il video sulla sua pagina di Facebook Davide Di Stefano, fratello del Simone candidato alle comunali, che rivendica di aver rovinato diverse copie del fumetto versandoci sopra della Coca Cola. Pronta, riposta Repubblica la risposta degli autori Fabbri e Antonucci: «Se nel 2016 si minaccia con le bibite gassate, plastificheremo i fumetti. Già sabato sera aveva ricevuto tweet con minacce di querela (da Simone Di Stefano). Siamo contro la violenza in generale, ma siamo antifascisti in particolare’”.
Firenze e Milano, il dibattito sulle moschee. Il Caim passa alle vie legali dopo lo stop al bando comunale che a Milano aveva affidato all’ente la costruzione di una moschea nello spazio vicino all’ex Palasharp. Se tra 30 giorni non ci saranno risposte, riporta Repubblica Milano, il Caim farà partire la denuncia contro Palazzo Marino. Sul tema delle moschee a Milano interverrà al Teatro Parenti Luigi Manconi, presidente della Commissione per tutela dei diritti umani del Senato (Repubblica Milano). Intanto anche a Firenze c’è chi, come Maria Cristina Carratù e Franca Selvatici, chiede attraverso le colonne di Repubblica (nelle pagine fiorentine) al sindaco Dario Nardella la realizzazione di una moschea in città e parla (Repubblica Firenze) dell’accordo tra Ucoii e ministero degli Interni diretto a garantire l’accesso ad alcuni imam in carcere per lavorare contro i radicalismi.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked
(12 aprile 2016)