Il vertice Renzi-Rouhani
Ampio spazio sui quotidiani italiani alla missione di Matteo Renzi in Iran. Il Primo ministro italiano ha incontrato a Teheran il presidente iraniano Rouhani e la Guida Suprema del paese, l’ayatollah Khamenei. In gioco, spiega Repubblica, una partita che vale 15 miliardi di euro di appalti: 36 gli accordi firmati tra Roma e Teheran con la Cassa Depositi e prestiti italiana che ha aperto una linea di credito da 4,8 miliardi di euro per avviare nuovi appalti in terra iraniana ma l’obiettivo primario è il petrolio (Repubblica). Secondo le cronache, l’incontro tra Renzi e Rouhani è durato un’ora e mezza e si è parlato di Afghanistan, Siria, Iraq, Libia e Yemen. Rouhani ha dichiarato che “l’Islam non ha niente a che fare con il terrorismo”. L’Iran sì, ha più volte ricordato Israele, visto che Teheran,tra gli altri, finanzia i gruppi terroristici di Hamas e di Hezbollah. “È sempre pericoloso investire su Paesi con un passato come l’Iran – scrive la Stampa – e con un presente di ostilità feroce nei confronti di uno Stato come Israele, amico dell’Italia (e di Renzi), ma il presidente del Consiglio ha deciso di puntare su Paesi (l’Iran, l’Argentina) in fase di ‘rinascita’”.
Israeliani, Stretti tra Egitto e Arabia Saudita. Gerusalemme era informata e ha ricevuto rassicurazioni scritte da Riyad: nulla cambierà sul Mar Rosso dopo il passaggio di mano tra egiziani e sauditi rispetto al controllo delle isole di Tiran e Sanafir. Qui infatti sorgono gli Stretti di Tiran, uniche vie di accesso allo strategico porto israeliano di Eilat. Il ministro della Difesa israeliano Moshe Yaalon, come ricorda Davide Frattini sul Corriere, ha rassicurato che la sovranità saudita non intaccherà i viaggi delle navi da e verso Eilat. Quello che preoccupa il Premier Netanyahu, scrive Frattini, è l’espansionismo sciita, “più di quei ponti che potrebbero essere costruiti tra gil isolotti e collegare l’Arabia Saudita all’Egitto attraverso il Mar Rosso”. Anzi, il giornalista afferma che “in questi mesi si è rafforzata l’alleanza segreta tra la monarchia sunnita e lo Stato ebraico” in chiave anti-Iran.
Le accuse dell’Onu. Secondo Robert Piper, inviato Onu per gli Affari umanitari nei Territori palestinesi, “il drammatico aumento delle demolizioni di case palestinesi in Cisgiordania” starebbe minando la possibilità di raggiungere la soluzione dei due Stati per due popoli tra israeliani e palestinesi. A riferire delle accuse a Israele di Piper, l’Osservatore Romano. Il quotidiano della Santa Sede riporta anche la posizione del governo israeliano secondo cui queste pratiche sono “l’unico metodo efficace per stroncare nuovi attacchi terroristici e nuove violenze” da parte dei palestinesi.
Il caso Mortara secondo Spielberg. “Entro il primo trimestre dell’anno prossimo potrebbero partire in Italia e a Bologna le riprese del film di Steven Spielberg The Kidnapping of Edgardo Mortara con la presenza nel cast dell’inglese Mark Rylance, Oscar come attore non protagonista per Il ponte delle spie che interpreterà papa Pio IX”. La notizia, rilanciata oggi dal Resto del Carlino e dal Corriere Bologna, era stata annunciata ieri negli Stati Uniti e ripresa sul notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24. “Il presidente della Comunità Ebraica, Daniele De Paz, in attesa di informazioni ufficiali, – riporta il Resto del Carlino – sottolinea che il ritorno d’interesse per il caso sarebbe significativo per tutta la città”.
Milano e le moschee, Caim fuori dal Palasharp. Il Comune di Milano ha inviato il provvedimento di decadenza per il Coordinamento delle associazioni islamiche di Milano, che aveva vinto il bando per la realizzazione di una moschea nell’area del Palasharp. Ma la contesa è tutt’altro che chiusa: “È scontato che si aprirà una nuova strada di ricorsi. – avvisa il Corriere Milano – Ed è altrettanto scontato, dati i tempi, che non si potrà arrivare all’assegnazione definitiva entro la fine del mandato. Il bando, ovviamente, resta aperto e la procedura amministrativa va avanti. Ma sarà la prossima giunta, a questo punto, a decidere se e come proseguire il percorso”.
Un quid ebraico fece la differenza nello sviluppo dell’Europa preindustriale. A sostenerlo uno studio appena pubblicato da due economisti della George Mason University, Noel D. Johnson e Mark Koyama, intitolato “Jewish Communities and City Growth in Preindustrial Europe”, analizzato oggi sulle pagine del Foglio. Il periodo di riferimento va dal 1100 al 1850 e secondo gli autori “La presenza di una comunità ebraica in una città dell’Europa pre Rivoluzione industriale è associata a una crescita più rapida del 5-10 per cento rispetto a una città simile ma priva di comunità ebraiche”.
Segnalibro. Esce domani per Feltrinelli nelle librerie Uomini in grigio, storia di gente comune nell’Italia della guerra civile, libro di libro dello storico Carlo Greppi che, scrive La Stampa, “apre squarci di luce sulla ‘zona grigia’ e le sue strategie di sopravvivenza” degli italiani sotto il fascismo.
Fuga da Gaza. “The idol”, pellicola che racconta la storia vera di un tassista palestinese di Gaza diventato cantante grazie a un programma televisivo al Cairo. La pellicola, raccontata da Repubblica, sarà proiettata al festival del cinema di Tel Aviv.
Daniel Reichel
(13 aprile 2016)