… diritti

Pensate che i diritti umani siano tutti uguali? Che “l’alienazione delle comunità islamiche in molte società europee” e le condanne a morte siano la stessa cosa? Perché è questo che il ministro iraniano Zarif ha sostenuto in un’intervista al Corriere della sera. E non sono pochi quelli che da noi pensano la stessa cosa. La maggior parte delle condanne a morte, ha aggiunto Zarif, è stata per droga. Riprendiamo i dati del rapporto annuale di Iran Human Rights Italia: il 2015 è stato un anno record per le esecuzioni capitali in Iran, 969. Il 66% di queste riguardava reati in qualche modo connessi alla droga. Sempre che si prendano per buone le sentenze. Sotto la presidenza del riformista Rohani le esecuzioni sono salite del 44%. Inoltre, si è accentuata la repressione del dissenso degli intellettuali: registi, musicisti, vignettisti sono continuamente arrestati e condannati al carcere e alla frusta. Una vignettista, Atena Farghadani, condannata a 12 anni di carcere, è stata sottoposta, afferma Iran Human Rights ad un test di verginità e di gravidanza perché era stata fotografata mentre stringeva la mano ad un uomo (nota pratica sessuale alternativa!). E il ministro osa parlare di reciprocità, di “alienazione” dei musulmani in Europa? Facciamo attenzione a non fare come con i paesi comunisti negli anni Settanta, quando in nome della distensione abbiamo lasciato passare ogni sorta di violazioni dei diritti umani, abbandonando i dissidenti al loro destino!

Anna Foa, storica

(18 aprile 2016)