Qui Roma – L’arte al servizio del dialogo
Nasce da una visita al Museo ebraico di Roma, effettuata insieme alla ex direttrice Daniela Di Castro, il volume Storie intrecciate. Cristiani, ebrei e musulmani tra scritture, oggetti e narrazioni – Mediterraneo, secc. XVI-XIX (Edizioni di Storia e Letteratura). Lo ha raccontato la curatrice Serena Di Nepi, ricercatrice di Storia contemporanea all’Università La Sapienza, nel corso della presentazione svoltasi ieri proprio nel Museo, insieme a Roberto Morozzo Della Rocca, docente all’Università Roma Tre, e IlhamAllah Chiara Ferrero, segretario generale della Comunità religiosa islamica italiana, introdotti dalla direttrice del museo Alessandra Di Castro e con i saluti del rabbino capo Riccardo Di Segni e della presidente della Comunità Ruth Dureghello. Il libro è una raccolta di saggi che presentano le forme della presenza delle minoranze ebraiche e islamiche a Roma e nello Stato della Chiesa in età moderna, a partire dalla raccolte di oggetti preziosi e curiosi.
“Un intero saggio parte da una riflessione su una fascia decorativa esposta qui – ha osservato il rav Di Segni – dunque se si analizzassero tutti questi oggetti si creerebbe un’enciclopedia, e per questo sarebbe interessante procedere con uno studio sistematico”. Ancora più significativo, ha quindi aggiunto Dureghello, è che proprio nella stanza accanto alla quale si svolgeva la presentazione, sia in corso una mostra sull’abbraccio simbolico tra il rav Elio Toaff e papa Wojtyla nella storica visita del 1986. “Un segnale – le sue parole – di quanto sia necessario non abbandonare mai il dialogo tra le religioni, per cui è necessario un impegno costante”. D’accordo anche Ferrero, la quale ha sottolineato come tale dialogo debba essere il “riflesso di una convivenza possibile, come è avvenuto nel passato, in modo tale da costituire un antidoto al fanatismo”. Attraverso l’esame della produzione artistica di entrambe le culture, gli autori presentano infatti una riflessione a tutto campo sia sulla propaganda religiosa sia sulla conoscenza di culture diverse che permette di ridiscutere le occasioni di confronto tra cristiani, ebrei e musulmani tra Cinquecento e Ottocento. Un segnale, ha sottolineato Morozzo Della Rocca, “che ci dice come le frontiere del Mediterraneo e dell’Europa moderna non fossero così rigide come si pensa, e come in questo contesto gli ebrei siano stato mediatori degli scamni tra mondi diversi”.
f.m. twitter @fmatalonmoked
(20 aprile 2016)