La biblioteca di un’ospite
Capita solo a me – vi prego, ditemi di no – di sbirciare le librerie delle case dove sono stato invitato? Chi segue questi esercizi di lettura sa che sono un malato di libri, e spero comprenderà senza compatire questo sintomo.
Qualche settimana fa sono stato a Bruxelles, ospite per alcuni giorni di una amica di mia moglie – italiana, interprete alla Comunità Europea. Una gran bella casa, lei di una ospitalità generosa e discreta: la migliore possibile. Molti libri in tutte le lingue, naturalmente, ma soprattutto in italiano. In tali occasioni, rare – quando vado a casa di amici mi comporto più educatamente, oppure no, tanto sanno della mia mania… – , avendo ore di tempo, quando tutti dormono, io mi sfoglio lo sfogliabile: è come avere una biblioteca nuova tutta per me, almeno per qualche giorno. Molti dei libri di M. mi interessavano, altri glieli avrei proprio rubati, ma alla fine – dovendone scegliere uno da leggere – ho preso dallo scaffale un titolo che avevo già letto e apprezzato: Se consideri le colpe, di Andrea Bajani (Einaudi 2007, 14 Euro). Leggere di nuovo un libro che ti è piaciuto molto è un esercizio pericoloso. Può piacerti ancora, anche di più, e allora è vero amore; ma può anche piacerti meno, e allora la relazione entra in crisi… Noi non siamo gli stessi della prima volta: siamo simili, ma non eguali. Comunque sia, è una prova che abbiamo fatto tutti, credo, e spiega come certi libri o film che non ci avevano conquistato allora, adesso ci piacciano, o il contrario – e ci chiediamo: cosa ci avrò trovato?
In questo caso è andata bene. Questo libro, piccolo di pagine, è un gran libro. La storia del viaggio del ragazzo italiano in Romania è l’occasione per dipingere, come in un affresco, la vita degli italiani che sono andati a metter su aziende all’est d’europa. La loro frenesia, la loro ricchezza e la loro miseria vengono rappresentate da Bajani con nitore e sapienza, senza giudicare. Altri protagonisti del paesaggio narrativo del romanzo sono le ragazze e i ragazzi rumeni, il fantasma di Ceausescu, la vita minima di chi sogna di venire in Italia confrontata con quella di chi ha scelto di lasciarla. Ma la storia vera, quella che commuove e fa pensare, è un’altra; non è un giallo, ma non mi pare giusto raccontarla tutta, solo qualche traccia per pre gustarla. Cosa succede in una normale famiglia italiana, padre madre e bimbo, quando la mamma-imprenditrice mette il lavoro al primo posto? Cosa succede quando quel bambino – che ne ha sentito a lungo la mancanza, e che ricorda le promesse non mantenute della mamma – un brutto giorno, da adulto, viene chiamato a Bucarest per il suo funerale?
Bajani usa una lingua piana, quasi sommessa, per narrare una storia bruciante, quasi disperata.
Sono indimenticabili le pagine dell’arrivo all’aereoporto, del suo primo contatto con la fabbrica che sua madre aveva messo in piedi, con il socio che l’ha strappata a una vita forse normale, forse noiosa con il marito, per farle poi toccare la durezza di una vita senza affetti. E la cerimonia funebre – allestita in tutta fretta in una chiesa chiusa per lavori di abbellimento, con i commenti distratti degli operai, l’aria densa di niente di un rito che pare una parodia – è un’altra occasione per ammirare la capacità di Bajani di toccare tasti sensibili con sapienza, sentimento e un sorriso amaro che lasciano il segno.
Andrea Bajani ha scritto altri buoni libri, è un autore riservato ed efficace; gode di meritata stima fra i suoi migliori colleghi italiani e non solo; ha scritto un libro in onore e ricordo di Tabucchi, suo estimatore fra i primi, che consiglio a chi ama l’autore di Sostiene Pereira, per non dire di tutti gli altri bei libri dell’italiano più portoghese che c’era, e che non si può finir di ringraziare ancora per la sua opera di diffusione del sublime Pessoa. Il titolo è Mi Riconosci? (Feltrinelli, euro 10,20).
Ma il suo libro migliore è proprio quello che ho ri letto a casa di M., e che ho provato a consigliarvi. Il suo secondo migliore, per me, è l’ultimo: La Vita Non È In Ordine Alfabetico (einaudi 2015, 10 Euro). Appena tornato a casa dal viaggio l’ho letto ancora, e non era la seconda, era la terza volta.
Valerio Fiandra
(21 aprile 2016)