25 aprile – I Blangino, eroi delle Langhe

26047596454_edf9f5fc1e_zIn un angolo delle Langhe, affacciato su un paesaggio dichiarato nel 2014 Patrimonio Mondiale dall’Unesco (insieme ai paesaggi del Roero e del Monferrato), si è svolto il 25 aprile un evento di alto valore simbolico, per la novità che racchiude: due piccoli Comuni, Novello e Manforte, hanno voluto lasciare in uno spiazzo panoramico nella Frazione Panerole, un segno imperituro, con un’installazione a ricordo dell’aiuto che Giovanni e Genoveffa Blangino vollero offrire alla famiglia ebrea torinese di Mario Nizza, a pochi passi dalla casa in cui abitarono tra l’autunno 1943 e la Liberazione. I due, a rischio della loro stessa vita e con il pieno appoggio dell’intera comunità di Panerole, offrirono la loro casa come nascondiglio e rifugio alla famiglia di Nizza, salvandola così dalle persecuzioni nazifasciste.
L’opera installata è un grande libro aperto con la riproduzione di una foto che ritrae i coniugi Blangino e la celebre frase del Talmud sull’uccisione di un singolo che equivale all’uccisione di una collettività e sulla salvezza di un singolo che corrisponde alla salvezza dell’intera umanità. La novità rispetto a manifestazioni in ricordo dei Giusti e di chi ha contribuito a salvare ebrei durante le persecuzioni nazifasciste sta nel fatto che la memoria di chi ha salvato può esser perpetrata anche attraverso installazioni fisse proprio nei luoghi dove gli ebrei si sono nascosti e la popolazione li ha salvati.
Alla cerimonia, cui ha presenziato il vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Giulio Disegni, hanno parlato i due sindaci di Manforte e di Novello, Roberto Passone e Livio Genesio, oltre ai deputati Chiara Gribaudo e Mariano Rabino e al presidente della Comunità ebraica di Torino, Dario Disegni. Presenti anche il figlio dei signori Blangino, Giuseppe, e Ferruccio Nizza, figlio di Mario Nizza e Benvenuta Diena, che trascorse in quei luoghi i primi anni di vita e che ha ricordato come nel settembre 1944 era stato fatto trapelare alle truppe nazi-fasciste che suo padre, medico ebreo, curava i partigiani, cosicché la famiglia dovette fuggire dal proprio nascondiglio e cercò rifugio nella frazione Panerole del Comune di Novello.
Qui furono nascosti in casa dei coniugi Blengino, che non esitarono a dividere con i Nizza la loro piccola dimora. Con la complicità di qualche sconosciuto funzionario furono compilati documenti falsi per i coniugi. Gli abitanti della frazione collaborarono a nascondere la famiglia e a far sì che, nonostante i frequenti rastrellamenti nazifascisti, la loro vera identità non venisse mai scoperta.
Il dottor Mario Nizza continuò a prestare la sua opera di medico a favore delle popolazioni civili e dei combattenti della zona delle Langhe, non disdegnando alle volte anche quella d’improvvisato veterinario.

(26 aprile 2016)