25 aprile, in piazza con la Brigata

rassegnaAll’indomani delle celebrazioni per la festa della Liberazione diversi quotidiani riportano le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dalla Valsesia, cuore della repubblica partigiana. “È sempre tempo di Resistenza. – ha dichiarato Mattarella – Lo è perché guerre crudeli si manifestano ai confini dell’Europa. O si promuove la pace o si prepara lo scontro futuro”. I giornali poi si concentrano molto sui vergognosi insulti rivolti a Milano ai vessilli della Brigata ebraica seppur, come scrive Repubblica, i contestatori fossero solo “una cinquantina” e, riporta il Corriere della Sera, siano stati contenuti in modo efficace dalle forze dell’ordine. Erano loro ad essere fuori dal corteo e non la Brigata. “Ignoranti e marginali”, li definisce il deputato Pd Emanuele Fiano, intervistato dal Corriere. Alla manifestazione nazionale di Milano hanno partecipato anche i candidati sindaco del centrodestra Stefano Parisi e del centrosinistra Beppe Sala, entrambi hanno sfilato vicino alla Brigata Ebraica (Corriere Milano). Per il presidente nazionale dell’Anpi Carlo Smuraglia “l’episodio di Milano è deprecabile ma è una piccola macchia”. Smuraglia, partigiano durante la guerra, ricorda poi come gli ebrei della Brigata Ebraica fossero al suo fianco a Cremona nel combattere i nazifascisti. “Chi non li accetta, ignora la storia”, le parole di Smuraglia a Repubblica. Sulla stessa linea il presidente della Comunità ebraica di Milano Raffaele Besso: “Chi oggi ci prende di mira vada a studiare”, dichiara al Tempo.

Roma, 25 aprile diviso. “L’associazione nazionale partigiani (Anpi) ha sfilato dal Colosseo a Porta San Paolo, mentre la Comunità ebraica con l’Associazione ex deportati nei lager nazisti (Aned) si è ritrovata al Museo della Liberazione a via Tasso”, la ricostruzione del Corriere Roma in merito alle due manifestazioni per il 25 aprile tenutesi nella Capitale. Al presidio al Museo della Liberazione, ha partecipato anche il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. “Forse è il luogo dove meglio si può rendere omaggio alla resistenza romana celebrando il 25 aprile” le parole di Napolitano “in via Tasso dove è stato esposto anche il vessillo della Brigata ebraica che non aveva voluto partecipare al corteo dell’Anpi per le bandiere palestinesi” (Repubblica). “È andata bene, ma questa scelta ci è costata tanto – dichiara a Repubblica la presidente della Keillah romana Ruth Dureghello, – la comunità ebraica non era mai mancata dove il 25 aprile venivano ricordati i partigiani e la Resistenza, ma quest’anno non c’erano le condizioni per partecipare al corteo”. Per il presidente Anpi Smuraglia “a Roma la Brigata ebraica ha fatto male a rinunciare in anticipo al corteo” (Repubblica).

La Liberazione di tutti. “Una danza stucchevole e inutile, in cui tutti si agitano e restano sempre nello stesso posto, prigionieri dei loro tic ideologici; come un cattivo genio che andando va sempre da dove è venuto. Così il sindaco di Corsico che vieta Bella ciao e i cretini che fischiano la brigata ebraica mettono in scena i soliti riflessi condizionati, ripresi dalla rete e dai social”, scrive Aldo Cazzullo sul Corriere, ricordando come i valori della Resistenza, in un periodo in democrazia e libertà sono messe in pericolo, servono più che mai e dovrebbero unire invece che dividere. Sulla stessa linea, Michele Serra su Repubblica.

L’Austria e il successo dell’estrema destra. Un campanello d’allarme da ascoltare, così Claudio Magris definisce sul Corriere il risultato delle elezioni nazionali in Austria, dove l’ultradestra è arrivata al ballottaggio assieme ai verdi. Magris riflette sulla necessità di conciliare la paura per l’arrivo dei migranti (motivo del successo dell’estrema destra austriaca) con l’impegno alla solidarietà umana e invita l’Europa ad agire. Se la questione non sarà risolta, scrive Magris, “l’Europa di domani potrà assomigliare a quella orribile degli anni Trenta e la Vienna di queste elezioni sarà nuovamente stata, come diceva di essa tanti decenni fa Karl Kraus, un osservatorio meteorologico della fine del mondo”.

Israele investe nell’Africa. “Israele sta tornando in Africa. L’Africa sta tornando in Israele. E il tutto sta succedendo in grande stile”. Ad affermarlo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che in un recente discorso alla Knesset ha spiegato il nuovo piano di investimenti in Africa da parte di Gerusalemme. A raccontare i legami e i rapporti commerciali tra Israele e il continente africano, Avvenire.

Israele e la cyber-security. Il Fatto Quotidiano torna, dopo averne scritto sabato, sui presunti conflitti di interesse di Marco Carrai, “co-fondatore di una società di sicurezza informatica che sta costruendo relazioni con l’industria israeliana di cyber-security” e il suo ruolo di consigliere sulla sicurezza per il governo Renzi.

Daniel Reichel

(26 aprile 2016)