Che cosa li spinge

tobia zeviLa settimana scorsa sono stati identificati e denunciati i due tifosi dello Sparta Praga che il 17 marzo scorso urinarono sopra una donna che chiedeva l’elemosina a Ponte S. Angelo, a due passi dal Vaticano, a Roma. Hanno 30 e 24 anni e i reati contestati sono “atti di discriminazione razziale” e “atti osceni in luogo pubblico”, oltre a rischiare un Daspo della Questura di Roma, il provvedimento che impedisce di entrare in qualunque stadio per alcuni anni.
Quelle immagini fecero il giro del mondo e mi colpirono molto. Più o meno negli stessi giorni, a Madrid, altri buontemponi in attesa della partita pensarono bene di farsi immortalare mentre tiravano monetine a una donna che, praticamente strisciando, si affrettava a raccoglierle tra i lazzi di tifosi e passanti. Alcuni anni fa ho litigato personalmente con dei turisti spagnoli che, in piazza di Spagna, sempre a Roma, di fronte all’immagine tragica di una donna-fagotto rincantucciata per il freddo, non trovarono di meglio che fotografarla oscenamente con divertimento e senza un minimo di imbarazzo, senso di colpa, umana pietas.
Spero che i due tifosi siano puniti severamente nel loro paese, così come chiunque umilia il povero, il fragile, l’escluso. Ma credo che dovremmo anche fare uno sforzo di comprensione, per quanto tutto ciò rimanga insondabile. Che cosa spinge due giovani tifosi, probabilmente ubriachi, a fermarsi di fronte a una mendicante – dell’età della loro madre – e a decidere di urinare in mezzo a decine di altre persone (tra l’altro su un ponte dalla bellezza struggente)? È discriminazione razziale, è il cupo nichilismo del nostro tempo o è invece il più intangibile lato oscuro di ogni essere umano?

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas Twitter @tobiazevi

(26 aprile 2016)