fine…
Il momento clou dopo l’uscita dall’Egitto, quello che di fatto determina la cesura definitiva fra Israele ed i suoi persecutori, è il passaggio del mare, di cui leggiamo in questi ultimi giorni di Pésach. Quel mare che generalmente identifichiamo col Mar Rosso è nella Torah indicato come Yam Suf (mare canneto).
Qualche Maestro ha notato che potrebbe anche essere letto “Yam Sof”, il mare della fine, e ne ha tratto qualche insegnamento. Avendo il mare davanti e gli Egiziani all’inseguimento dietro, molti pensavano di essere giunti alla fine; ma la preghiera e l’azione di chi ha voluto tentare di mettere il piede in acqua hanno fatto sì che questo mare si aprisse, e solo dopo averlo passato gli Ebrei si sono accorti di essere liberi.
Così è spesso: pensiamo di essere di fronte a situazioni estreme, finali; ma a volte basta la fiducia e la volontà di fare, e ci si trova dall’altra parte. Essere liberi dal condizionamento ostile è possibile se si passa quel mare che noi chiamiamo “fine”.
Elia Richetti, rabbino
(28 aprile 2016)