Itzhak Herzog, il leader senza più partito

herzog“Farsi doppiare in uno spot elettorale perché ti prendono in giro, perché dicono che hai una voce troppo acuta, non è un grande segno di leadership, diciamocelo”. Non era andato per il sottile il famoso comico inglese John Oliver quando lo scorso anno, durante il suo seguitissimo programma tv Last Week Tonight in onda sull’americana Hbo, aveva preso in giro Itzhak Herzog, allora candidato laburista per guidare il governo d’Israele. Alla vigilia delle elezioni, Herzog aveva mandato in televisione uno spot elettorale in cui veniva doppiato con un’altra voce, facendo di fatto un autogol e ottenendo l’ironica attenzione di Oliver da oltreoceano. Nonostante quella gaffe, Herzog sembrava destinato a vincere le elezioni del marzo 2015 e invece, contro ogni previsione, le perderà. La sua Unione sionista (coalizione formata dalla sinistra laburista e dai centristi di Tzipi Livni) era in vantaggio nelle intenzioni di voto ma alla fine gli israeliani scelsero di nuovo la destra di Benjamin Netanyahu. Nonostante la bruciante sconfitta, Buji – soprannome di Herzog – era riuscito a rimanere in sella al suo partito, calmando i malumori interni. Malumori che sono riesplosi con forza nelle scorse settimane quando è uscita la notizia di un’indagine a carico di Herzog per presunti fondi illegali ricevuti durante la sua campagna per ottenere la leadership di HaAvoda, il Labour israeliano. “Sono tranquillo, tutto sarà chiarito”, ha dichiarato Buji negando vi siano state irregolarità e spiegando di aver riferito quanto necessario alla polizia. Quest’indagine però, riportano i media israeliani, ha bloccato proprio sul finire le trattative con il Premier Netanyahu che aveva offerto al leader laburista il vacante ministero degli Esteri in cambio di un governo dalle larghe intese. Tutto si è fermato ora e la già traballante posizione di Herzog ha subito un altro colpo. I suoi avversari alla guida del partito, Amir Peretz e Shelly Yachimovich su tutti, affilano i coltelli in vista delle primarie (la data non è ancora stata definita) ma per Buji sembrano arrivati i titoli di coda.
Sondaggi recenti, sottolinea il britannico Economist, fatti prima che le accuse nei confronti di Herzog fossero rese pubbliche, mostravano che l’Unione sionista rischia di perdere un terzo dei suoi seggi attuali alla Knesset in favore di Yesh Atid, il partito centrista guidato da Yair Lapid, popolare giornalista già ministro delle Finanze del penultimo governo Netanyahu. “Lapid – scrive l’Economist – è una sorta di peso leggero della politica e non è considerato da molti israeliani come un candidato credibile per la leadership nazionale; ma lui è riuscito dove l’onorevole Herzog ha fallito, ovvero nel mantenere una raffica di critiche costanti all’attuale governo”.
Negli ultimi vent’anni Israele ha avuto solo due leader, sottolinea il giornale britannico, ovvero Ariel Sharon e Benjamin Netanyahu. Entrambi uomini del Likud, della destra israeliana (seppur Sharon abbia poi fondato un suo partito più di centro). In vent’anni la sinistra non è riuscita a trovare le contromisure, a guadagnare la fiducia degli elettori e Herzog non sembra in grado di dare una svolta. Si vedrà quale sarà il nome che uscirà dalle prossime elezioni laburiste.

Daniel Reichel

(Nell’immagine, un manifesto elettorale dei laburisti guidati da Isaac Herzog per le elezioni del marzo 2015. Foto di Jack Guez/Getty images)