Qui New York – Dopo la Shoah, secondo Levi
Il messaggio e le testimonianze di Primo Levi per capire cosa è accaduto dopo la Shoah. Su questo verte il convegno organizzato in queste ore nella sale delle Nazioni Unite a New York in occasione delle celebrazioni di Yom Ha Shoah, il giorno che nel mondo ebraico – 27 di Nissan – ricorda l’immane tragedia del Novecento in cui furono assassinati sei milioni di ebrei. “Dopo la Shoah – Primo Levi e le connessioni tra scienza, responsabilità e umanesimo”, il titolo della tavola rotonda incentrata sullo scrittore torinese e organizzata dal Holocaust and United Nations Outreach Programme assieme al Centro Primo Levi di New York. Tra i protagonisti di questo appuntamento internazionale dalla grande valenza simbolica, che si concluderà con l’intervento del regista John Turturro, Dario Disegni, invitato a pronunciare un breve indirizzo di saluto, nella duplice veste di presidente delMuseo nazionale dell’ebraismo italiano e della Shoah e di vicepresidente del Centro Internazionale di Studi Primo Levi. Disegni presenterà inoltre venerdì al consolato italiano di New York sia il grande progetto del Meis sia la Fondazione per i beni culturali ebraici in Italia e i suoi obiettivi di tutelare le grandi ricchezze del mondo ebraico presenti sul territorio. “Stringere e rendere efficaci le relazioni internazionali – così Disegni ha spiegato l’obiettivo di questo viaggio in un’intervista – perché un’entità culturale come il Museo nazionale dell’Ebraismo non può che guardare a orizzonti più vasti. Avviando da subito collaborazioni scientifiche e progetti; ma pensando a ciò che vado a fare a New York, anche seminando interesse e, perché no, attraendo potenziali visitatori e ‘donors’” .
Tornando all’appuntamento all’Onu, quest’ultimo prevede in aperturala lettura dei brani dalle “Opere Complete” di Levi da pochissimo tradotte in inglese a cura di Ann Goldstein, a cui segue un panel di esperti e scrittori con il compito di esplorare alcuni temi al centro del lavoro del chimico e scrittore torinese: si parla di etica scientifica, di storia e memoria, ma anche di linguaggio e trasmissione, giustizia e responsabilità.
Tra i partecipanti, Cristina Gallach, sottosegretario generale dell’Onu per l’informazione, Stella Levi del board del Centro Primo Levi e Dario Disegni, Lidia Santarelli, del Nuremberg Trial Project di Harvard, Francesco Cassata, dell’Università di Genova, la scrittrice Maaza Mengiste e l’editorialista del New York Times Roger Cohen.
(4 maggio 2016)